Ai candidati alla Segreteria nazionale del PD
Bersani Pierluigi
Franceschini Dario
Marino Ignazio
Roma, 09 Ottobre 2009
Ci permettiamo di scriverLe come Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, una rete associativa cui aderiscono più di ottanta organizzazioni nazionali e più di mille comitati territoriali, accomunati dalla consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune e diritto umano universale, dalla necessità di una sua salvaguardia per l’ambiente e per le future generazioni, dalla determinazione per una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici.
Ci preme ricordare che la gestione del servizio idrico integrato in Italia è attualmente normata dal famigerato Art. 23bis della Lg. 133/2008 che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamente all’ingresso di privati. Il recente Art. 15 del D.L. 135 – che ha modificato l’Art. 23bis – muove passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici, prevedendo l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%.
Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare (il caso di “Acqualatina”, e non solo, sta lì a dimostrarlo).
Crediamo, dunque, che un partito importante quale il Partito Democratico debba esprimersi in maniera chiara e netta riguardo al destino dell’Acqua in Italia, considerando fra l’altro la grande attenzione e sensibilità della società civile verso la tematica idrica che ha portato:
alla nascita, nel Marzo 2006, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua promotore della legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico” a sostegno della quale sono state raccolte 406.626 firme. Tale proposta di legge è attualmente in discussione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati;
alla grande manifestazione nazionale svoltasi a Roma il 1° Dicembre 2007 a cui hanno preso parte più di 40.000 persone appartenenti al mondo cattolico e ambientalista, dell’associazionismo e del volontariato, sindacale e politico, per ribadire che l’acqua deve essere pubblica e che i beni comuni vanno tutelati;
alla nascita, il 14 Maggio 2009 a Palermo, del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico”. Una realtà, a cui hanno aderito circa 200 Enti Locali, che vuole essere uno strumento di coordinamento e di servizio fra Enti Locali ed Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (AATO) che hanno approvato delibere a sostegno della legge d’iniziativa popolare, che hanno partecipato alla manifestazione nazionale e che perseguono l’obiettivo di salvaguardare e promuovere la proprietà e la gestione pubblica dell’acqua, intesa come bene comune, e che considerano l’accesso all’acqua nella quantità e qualità sufficienti alla vita come un diritto umano, in un contesto di salvaguardia delle risorse idriche e di sostenibilità ambientali e altresì di cooperazione e di solidarietà internazionale.
Il Partito Democratico sta per affrontare uno dei momenti più alti di dibattito che vive un’organizzazione politica, e cioè un Congresso.
Rispetto a tale evento, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sente l’esigenza di
CHIEDERE ai
candidati delle rispettive mozioni alla carica di Segretario nazionale del partito, di ESPRIMERE LA LORO POSIZIONE rispetto all’acqua e alla gestione dei servizi idrici,
ESPLICITANDO:
se siano o no a favore di una gestione del servizio idrico affidata esclusivamente ad enti di diritto pubblico (attraverso gli artt. 31 e 114 del DLgs 267/2000) con meccanismi di partecipazione cittadina, in quanto servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
Se e quali azioni intendono intraprendere al fine di contrastare i provvedimenti che condurranno alla definitiva privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato in Italia (vedasi Art. 23bis Lg. 133/2008 e Art. 15 D.L. 135).
Se intendono tenere in considerazione la volontà popolare espressa attraverso la proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico” promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e, in caso affermativo, quali azioni intendono intraprendere per accelerarne l’iter parlamentare.
Ricordiamo, inoltre, che
Che l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile alla vita. Pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua per la sicurezza d’esistenza collettiva costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto umano, universale, inviolabile, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’ Art. 2 della Costituzione.
Che l’Art.114 della Costituzione Italiana, recita: “La Repubblica è costituita da Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”;
Che l’acqua è un bene rinnovabile ma esauribile specie per effetto dell’azione antropica: è della responsabilità individuale e collettiva prenderne cura, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo per essere accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni . L’art 117 della Costituzione prevede che la podestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
Che a partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) si è affermata a livello mondiale non solo la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza, ma anche del suo uso come diritto fondamentale dell’uomo.
Che gli stessi organi UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”;
Che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia ce, 2005; Commissione ce 2003 e 2006; Parlamento ce, 2006);
Che la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno- priorità 2003-2006 afferma, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità” la gestione delle risorse di idriche non deve essere assoggettato alle norme del mercato interno.
Che la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità e come tale l’accesso all’Acqua costituisce un diritto umano fondamentale per la persona umana e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015” ed insite affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”.
Che, pertanto, al fine di identificare in maniera più compiuta e coerente l’acqua quale bene comune pubblico, laddove per “servizio pubblico essenziale” ci si richiama al dettato dell’Art.43 della Costituzione (monopolio naturale), mentre per “servizi di interesse generale, privo di rilevanza economica” si fa riferimento alla nozione comunitaria e affermatasi nella giurisprudenza di attività inidonea ad essere condotta da soggetti privati per uno scopo di lucro.
Che per sostanziare il principio del diritto dell’acqua come universale e inalienabile, nonché per riorientare il sistema di tariffazione agevolata per le fasce sociali meno abbienti verso un sistema che assicuri maggiore responsabilizzazione degli utenti e politiche di risparmio idrico, appare opportuno occorre introdurre all’interno dell’ordinamento la definizione del servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica.
Per concludere, facciamo presente che
la gestione dell’acqua non può essere garantita da società disciplinate dal diritto privato, ma al contrario deve essere espletata attraverso enti di diritto pubblico poiché le finalità riconosciute a società “commerciali” sono incompatibili con la gestione del “bene comune” acqua.
Restiamo in attesa di una Sua risposta, comunicandoLe che renderemo pubblici i pareri espressi – sul nostro sito www.acquabenecomune.org e su quelli delle organizzazioni aderenti al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua – sia in caso di opinione favorevole, che contraria, che non pervenuta.