In urdu, Pakistan significa “terra dei puri” cioè dei “veri” seguaci dell’islam.
Quando il Pakistan fu fondato nel 1947, fu definito un “esperimento di stato islamico”.
Ora, più di 60 anni dopo, il paese è sprofondato in una conflitto sanguinoso per definire quale versione dell’ Islam debba seguire, che cosa debba essere considerato “puro”.
In Pakistan (come anche in Afghanistan che in realtà ne è una continuazione) , domande del tipo se la gente deve essere libera di ascoltare la musica,di radersi la barba, o di non indossare il velo, dividono profondamente il paese.
I moderati difendono il diritto delle donne ad andare a scuola e al lavoro, e sostengono che la società non dovrebbe interferire in questioni personali. I conservatori, come le forze pro-Talebani, in disaccordo con tutto questo, vogliono imporre la pena di morte per adulterio, stupro, blasfemia, e frustate per i fornicatori e gli ubriachi ( secondo la sharia).
In realtà il conflitto diventa anche sociale perché le due concezioni hanno differenti diffusione nei vari ceti e gruppi sociali.
Vi è innanzitutto un contrasto fra le elites culturali educati all’europea, spesso proprio in Occidente, parlanti come lingua principale l’inglese e invece le masse ignoranti analfabeti e semianalfabete: evidentemente le prime guadagnate alla civiltà moderna e laica europea e le seconde invece ferme alle tradizioni ancestrali, le uniche che sentono veramente proprie.
È inoltre un conflitto fra le aree urbane e quelle contadine che per propria natura sociologica sono meno incline ad accettare il nuovo e il diverso.
Il conflitto poi passa anche inevitabilmente fra ricchi e poveri: c’è infatti più istruzione nei ceti agiati che fra i poveri.
Il fenomeno non è solo del Pakistan ma si riproduce un po’ in tutti i paesi arabi.
Il conflitto in realtà è lo analogo a quello che si è produsse in Europa all’inizio della affermazione dello stato liberale laico.
Pure in quel caso le persone colte, i cittadini e quindi i ricchi e i borghesi erano per la libertà e la laicità mentre le plebi e i contadini mantenevano la fedeltà alla Chiesa e al vecchio ordine monarchico.
Quando a Napoli fu istituita la Repubblica Partenopea nel 1799 essa fo sostenuta dalle persone colte e in parte dai cittadini e dai borghesi: ma fu avversata fieramente dai lazzari di Napoli (una specie di sottoproletariato del tempo) e soprattutto dalle folle contadine. Queste infatti inquadrate, dal cardinale Ruffo nelle bande dei Sanfedisti arrivarono a Napoli e fecero piazza pulita dei rivoluzionari liberali molti dei quali poi finirono poi impiccati a Piazza del mercat.o
I sanfedisti, fatte le debite differenze, possono essere paragonati ai telebani di ora: con una differenza pero essenziale. I Sanfedisti costituivano una grande maggioranza della popolazione, i talebani sono comunque una minoranza, anche se possono godere di estesi consensi e simpatie.
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Una vittima di un attentato: da “The Times of India”