Hamid Karzai, il presidente in carica, è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali in Afghanistan, in quanto sarebbe stato l’unico candidato, dopo che il suo rivale, Abdullah Abdullah, si era ritirato il giorno prima.
Zekria Barakzai, direttore della commissione elettorale ha dichiarato che la decisione è stata presa in base alla disposizione della Costituzione che richiede due candidati per il secondo turno anche se altri ritengono che il ballottaggio avrebbe dovuto tenersi ugualmente.
La decisione è stata annunciata dopo una riunione di Ban Ki-moon, il segretario generale dell’Onu, con Karzai e Abdullah.
Le elezioni del 20 agosto erano state ampiamente irregolari e il risultato che dava a Karzai oltre il 50% dei voti e quindi la elezione al primo scrutinio erano stato poi ridimensionato dalla Commissione elettorale per cui si imponeva il ballottaggio.
L’altro candidato Abdullah Abdullah, però, non avendo ottenuto tutte le garanzie richieste, aveva annunciato il suo ritiro malgrado le sollecitazioni di Karzai.
Si pone una questione di legittimità sostanziale della elezione di Karzai a prescindere da ogni formalismo giuridico: le elezioni appaiono viziate da brogli e da irregolarità e la credibilità del processo democratico appare molto scarsa. Tuttavia va notato che le elezioni in Afganistan sono estremamente difficili per la offensiva scatenata dai talebani contro di esse ed un altro turno elettorale avrebbe incontrate difficoltà anche maggiori. Soprattutto va notato che in realtà lo scontro fra Karzai e Abdullah non è di linea politica che è praticamente la stessa ma di conflitti etnici. Abdullah rappresenta infatti i Tagiki del nord, una etnia di origine iraniana, mentre Karzai è un Pashtun, che è la etnia maggioritaria. In pratica il presidente dell’Afganistan non può che essere un Pashtun anche per una lunga e ininterrotta tradizione.
Il buon risultato conseguito da Abdullah deriva essenzialmente dal fatto che nelle zone a lui favorevoli i talebani che sono sempre dei pashtun non hanno forze e quindi i tagiki hanno votato tutti massicciamente per lui mentre invece nelle zone pashtun solo un parte degli aventi diritto al voto ha effettivamente votato, sia per propria decisione, sia per paura delle vendette dei talebani.
E’ estremamente difficile in uno stato in cui le etnie sono divise e votano ciascuna per il proprio candidato che un processo veramente democratico, basato sulle elezioni, possa effettivamente svilupparsi.
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Foto da al jazeera: i due candidati