All’apertura della quarta conferenza ministeriale del Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC), a Sharm el-Sheikh, il premier cinese Wen Jiabao ha annunciato otto nuove misure che il governo cinese intende adottare per rafforzare la cooperazione con l’africa nei prossimi tre anni.
1) cambiamenti climatici: monitoraggio meteo via satellite, sviluppo e utilizzo di nuove fonti energetiche, prevenzione e il controllo della desertificazione , protezione dell’ambiente urbano e inoltre 100 progetti di energia pulita solare, bio-gas e idroelettrica.
2) nel campo della scienza e della tecnologia con 100 progetti comuni e borse di studio per africani in Cina.
3) finanziamento di 10 miliardi di dollari in prestiti agevolati, sostegno delle istituzioni finanziarie per prestiti speciali per le piccole e medie imprese e cancellazione dei debiti per i paesi più poveri.
4) aprire ulteriormente il proprio mercato ai prodotti africani, con l’abbassamento dei dazi fino al 95 %.
5) cooperazione nel settore agricolo con la fornitura di tecnologie moderne.
6) cooperazione nelle cure mediche e sanitarie, con forniture di attrezzature mediche di ospedali centri di prevenzione della malaria e formazione di personale sanitario.
7) cooperazione nel campo dell’istruzione con costruzione di scuole e formazione di personale.
8) scambi culturali per la formulazione di politiche di cooperazione fra le due parti.
Non sappiamo se gli annunci saranno poi seguiti da effettive realizzazioni e in quali limiti. Tuttavia è un fatto che la Cina tende ormai a sostituire gli occidentali nel loro ruolo tradizionali in Africa La Cina ha il vantaggio di presentarsi come un paese non colonialista e inoltre, a differenza degli occidentali, non pone pregiudiziali politiche ma collabora con tutti i regimi di qualunque tendenza badando solo agli affari.
La formula fondamentale è quella del “win-win” che in cinese significa “meta e meta” : cioè dividere i profitti a metà con i paesi africani.
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Da “Remnin Ribao”: Wen Jiabao all’incontro di Sharm.