La Cina ha rivendicato l’indipendenza e l’integrità del suo sistema giudiziario, nel caso del processo e dell’esecuzione del cittadino britannico Akmal Shaikh, riconosciuto come trafficante di droga, respingendo ogni critica sulla situazione dei diritti umani e la mancanza di clemenza.
Secondo Wang Mingliang, professore di diritto penale all’università di Shanghai, la condanna a morte è legittima, secondo il diritto penale cinese e non ha nulla a che fare con la questione dei diritti umani: alcuni paesi occidentali anche mantengono la pena capitale, e questo non equivale ad una mancanza di diritti umani.
“In Cina è stata applicata rigorosamente la legge senza discriminazioni, nella gestione del caso: come potrebbe un criminale essere esentato dalla pena di morte solo perché era inglese? Ma un paese dovrebbe rispettare l’indipendenza della magistratura di un altro paese, senza alcuna interferenza negli affari interni: l’indipendenza della magistratura deve essere pienamente rispettata e tutti dovrebbero essere uguali davanti alla legge”
In un comunicato delle autorità si rileva che i reati di droga vengono considerati come reati gravi in molti paesi del mondo, e in Cina sono previste pene severe per tali crimini.