Mer. Mar 22nd, 2023
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il medico dei pazziLa trama di questa celebre commedia in due atti di Scarpetta da cui nel 1954 è stato tratto anche un celebre film con Totò e Aldo Giuffrè nota: Don Felice Sciosciammocca, sciocco e danaroso provinciale, arriva a Napoli per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo che ha mantenuto agli studi e che gli ha fatto credere di essersi laureato in psichiatria e di dirigere una clinica di malati di mente. Tutto  falso ma per convincere lo zio e continuare a spillargli soldi il giovanotto pensa di spacciare per clinica psichiatrica la pensione in cui vive allegramente con un amico.

Il regista Franco Torrisi ne ha fatto una trasposizione in lingua siciliana e l’ha portata ieri sul palcoscenico del teatro Don Bosco a Catania con il teatro stabile di Gravina.

Vogliamo tributare un “bravo” collettivo a tutti gli interpreti unendoci agli applausi calorosi e alla risate spontanee del numeroso pubblico presente ma ci sembra corretto sottolineare l’interpretazione di alcuni di loro in particolare.

Prima di tutto, è naturale, quella dello zio, un formidabile Gianni Sciuto, che qui viene ribattezzato Alfio Pennisi di Roccacannuccia, che dà vita a un pulcinella umanizzato e diventa  il perno intorno a cui far ruotare la follia tanto amata da Scarpetta.

Un “bravo” davvero sentito a  Marco Lombardo, che interpreta il nipote, e Carmelo Seminara il suo amico, pseudo cantante lirico, alla trascinante e prorompente Francesca Barresi nel ruolo della proprietaria della pensione e alla giovane Laura Laviano che ne interpreta la figlia.

Il regista ha ritagliato per sé la parte del pensionante che si crede un grande attore e dà vita a un Otello davvero esilarante.

Bravi anche Pippo Di Maura e Carlo Tornabene rispettivamente nei ruoli di un ex-pompiere petulante e di uno scrittore di novelle sempre in lotta tra loro e Sergio Sillato che interpreta il cameriere della pensione che, ad apertura di sipario, ci “presenta” anche tutti gli inquilini della pensione.

Morale: il confine tra la cosiddetta normalità e la follia è molto labile, ognuno d noi ha in sé qualcosa di pazzo, non meravigliamoci: la vita è un teatro senza prove iniziali sul cui palcoscenico ognuno di noi può esprimere la propria “follia”.

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