Cavalleria rusticana? Di Giovanni Verga, rispondiamo tutti in coro e così viene scritto sulla brochure del teatro Stabile di Catania dove ieri sera ha debuttato. Ma non sarebbe più corretto verso il grande autore di Vizzini scrivere “nella trascrizione di…” o “rivistato da Gianpiero Borgia, il regista?”
La Cavalleria Rusticana che è andata in scena ieri sera tutto era fuorché di Giovanni Verga di cui è stato mantenuto intatto il testo originario ma la cui “mise en scene” non ha incontrato il nostro personale apprezzamento. Dopo il recente Martoglio anche Verga si starà rivoltando nella tomba, secondo il nostro opinabilissimo parere, e sappiamo già che saremo tacciati di essere dei retrogradi, di non “avere occhi vergini”, come ci è stato detto da un autorevole regista, per apprezzare le novità: accettiamo queste critiche.
E ora passiamo a fare i dovuti complimenti a tutto il cast che, a parte le scelte registiche che, come avrete dedotto, non ci trovano consenzienti, è stato all’altezza delle aspettative, bravi davvero i quattro protagonisti principali: Caterina Misasi nel ruolo di Santuzza e Giovanni Guardiano in quello di comare Alfio, David Coco nella parte di Turidu Macca e Claudia Potenza in quello di Lola. Ma bravi anche Leonardo Marino, zio Brasi, e Barbara Gallo nel ruolo di sua moglie, Nellina Laganà nella parte della madre di Turiddu e Fabio Costanzo in quella di Pippuzzo.
Il costumista Giuseppe Andolfo ha vestito tutti i componenti del cast di rosso per richiamare alla mente sia la passione che il sangue che permeano la storia riuscendo a trovarne varie tonalità e fungere da perfetto contrasto cromatico con l’avveniristica scenografia di Alvisi-Kirimoto tutta giocata sui toni del bianco e nero che doveva richiamare alla mente il quartiere catanese di Librino. Le musiche, naturalmente contemporanee, sono di Papaceccio MMC & Cespo Santalucia, i movimenti coreografici di Donatella Capraro e le luci di Franco Buzzanca.
scusate: involontariamente ho scritto “comare Alfio” ma è chiaro che volevo scrivere “compare”, mi è sfuggita una “p”.