Una donna incinta fu uccisa per errore dai soldati americani a un posto di blocco mentre si stava recando a partorire in un ospedale.
Nabiha Jassim aveva 35 anni quando fu uccisa nella città di Samarra, 110 chilometri a nord della capitale irachena, Baghdad. Veniva trasportata in ospedale dal fratello, Khalid, quando la loro macchina si avvicinò a un posto di controllo militare degli Stati Uniti che era stato da poco istituito. I rapporti di Wikileaks spiegano che i soldati Usa che presidiavano il checkpoint credettero che l’auto fosse un’auto bomba ed aprirono subito il fuoco: Nabiha fu uccisa dalla pioggia di proiettili che ha squarciato la vettura, mandando in frantumi il parabrezza e lasciando Khalid gravemente ferito, mentre una sua cugina, Saliha Hassan, 57 anni, è stata anche uccisa nell’incidente, che ha lasciato la strada coperta di sangue e vetri rotti.
Il corpo di Nabiha fu portato d’urgenza in ospedale nel tentativo di salvare il suo bambino, ma il feto era morto nel grembo della madre. Se avesse raggiunto l’ospedale in modo sicuro, avrebbe dato alla luce un bambino. Al momento della morte di Nabiha, i soldati statunitensi in Iraq stavano affrontando attacchi intensi e ripetuti sulle strade del paese. I chekpoint erano stati presi di mira da uomini armati e kamikaze.
Ma per gli amici e le famiglie degli iracheni innocenti erroneamente uccisi ai posti di blocco militari Usa è una magra consolazione se tali errori sono stati ripetuti più e più volte.
Questa storia è solo una delle centinaia di tragedie umane che sono registrate nella guerra in Iraq: nel corso del conflitto, quasi 700 civili sono stati uccisi in più di 14.000 episodi di violenza che hanno avuto luogo presso i punti di controllo militare degli Stati Uniti.
I civile iracheni si avvicinavano a un checkpoint, non riescivano spesso a comprendere le richieste dei soldati di fermarsi , e venivano uccisi dopo essere stato considerati come una minaccia incombente.
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Fot AP : l’auto colpita