Mer. Mar 22nd, 2023
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sala magma

Certo che ci vuole una bella dose di coraggio a immaginare di portare in scena nell’ultima domenica di carnevale, oggi, in pomeridiana, e due giorni prima dell’8 marzo uno spettacolo che si intitola “I Greci e le donne”…eppure questa  splendida audacia è stata ripagata da un pubblico attento e plaudente nella piccola ma sempre accogliente Sala Magma, in via Adua a Catania, dove Marco Longo come regista e interprete insieme ad Alessandra Barbagallo e a Ester Anzalone, hanno dato vita a questo particolarissimo evento.

“Perché le donne dell’antichità ellenica?…perchè volevamo parlare di donne…ma da una prospettiva diversa, fuori dai giri commerciali, dai gadget, dalle pletoriche celebrazioni…perché volevamo proporre al nostro pubblico un altro spunto per riflettere…infine…perché lo spazio della sala è il luogo in cui portare in scena le passioni Quello per il mondo greco è un vero amore…”: così scrive, nelle sue note di regia, Marco Longo che è riuscito, con la collaborazione della prof.ssa Lucia Cutuli, a narrarci le vicende di donne elleniche intelligenti e colte; ma la loro “sofia”, il loro sapere, purtroppo inquieta perché le donne intelligenti, oggi come allora, sono pericolose; la loro è una sapienza chiamata “fronein” che è profonda perché il modo di conoscere si fonda sull’intuito mentre quella maschile, il “logos”, è una conoscenza tradizionale, fondata sulla ragione, ed è anche, spesso, appannaggio della cultura ufficiale.

Ed ecco allora irrompere Ifigenia, Ecuba, Cassandra, Alcesti, Deianira, ognuna di queste donne non vive bene nell’ambiente in cui si trova perché “fuori dal coro” ed è destinata a una fine quasi sempre dolorosa, se non mortale. E poi Medea che con una lucida analisi “ante litteram” parla del suo ruolo di donna e di intellettuale affermando verità scomode. E ancora Lisistrata che immagina il primo (e forse) unico sciopero collettivo del sesso, metodo non violento ma efficace per riportare la pace tra Spartani e Ateniesi.

L’uomo greco, come anche molti uomini del nostro tempo (poco è cambiato in tremila anni), preferiva, come Euripide fa affermare a Ippolito “le donne da nulla…inutili nella loro stupidità” ma il fronein femminile, a differenza del logos come nel caso di Edipo, non può fallire perché nasce e si basa su un’ispirazione divina e permette di affrontare la tracotanza dei potenti come Antigone quando decide di seppellire il fratello contro il volere di Creonte.

Bravissime davvero le due interpreti coadiuvate dal regista qui in veste di narratore nell’impersonare i vari personaggi femminili.

Questo spettacolo andrebbe proposto nelle scuole superiori per far capire agli studenti quanto possano essere ancora attuali alcune tematiche trattate in un tempo così storicamente lontano che forniscono spunti ancora validi di riflessione.

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