Ieri sera al Teatro Duse di Bari abbiamo assistito ad uno degli spettacoli finali de “Il Vangelo secondo Giuda” che, dopo innumerevoli repliche, termina domani quest’avventura.
Lo spettacolo, per la regia di Lino De Venuto da un testo di Teodosio Saluzzi, vuole essere una rivisitazione, diversa dal solito, della sacra rappresentazione della Passione di Cristo secondo i racconti dell’apostolo traditore Giuda.
Uno spettacolo rischioso, come ci ha detto alla fine lo stesso De Venuto, ma che ha invece riscosso un enorme successo.
Rischioso perché? Certo si potrebbe pensare alla tematica, già il titolo la dice lunga. Il testo di Saluzzi ci racconta non di un Giuda traditore, come siamo abituati a vederlo ma di un Giuda che invece è stato messo in trappola dai sommi sacerdoti Anna e Caifa, che facendogli credere di prendere sotto la loro protezione Gesù, lo hanno invece condannato a morte.
Giuda viene presentato come il prescelto da Gesù per portare a compimento la sua vita su questa terra. Tutto era già stato scritto e quindi se tutto era previsto Giuda non aveva tradito nessuno.
Non è questo però il rischio di cui parlava De Venuto, il Vangelo secondo Giuda non vuole essere una provocazione teologica, l’obbiettivo era invece quello di utilizzare una rappresentazione mista tra il sacro e il profano, per condurre lo spettatore verso un messaggio che si rivela in realtà senza tempo. Passato e presente si intrecciano colpendo lo spettatore che inizialmente rimane di stucco.
Essendo ormai alle ultime repliche ci possiamo sbilanciare nel raccontare qualcosa in più.
Non si tratta di una semplice rappresentazione teatrale, non ci sono sontuose scenografie della Terra Santa, il palco è spoglio, un muro bianco sullo sfondo, due ceppi di legno ad un angolo.
Il muro bianco però ci dirà tutto raccontandoci sotto forma di proiezione cinematografica la storia di Lino, brav’uomo, con un figlio gravemente malato, amato dagli amici del calcetto, tradito dalla sua buona fede e accusato di essere un traditore.
Sul palco invece si svolge la storia di Giuda Iscariota, apostolo di Gesù e capo della cospirazione degli zeloti per rovesciare il dispotismo romano. Giuda vorrebbe che Gesù lo appoggiasse rendendo così la libertà di vivere al suo popolo ma il Maestro, lo sappiamo, ha un modo di “lottare” diverso e riesce a far capire a Giuda che la strada della spada non è quella giusta.
Molto forte la scena dello stupro di una ragazza del popolo da parte dei soldati romani sventato da Giuda. Una scena che già in una sala cinematografica lascerebbe basiti, al teatro lascia senza parole.
Interessante e innovativi dunque l’intreccio passato/ presente, teatro/proiezione cinematografica ma anche gli effetti statico/dinamico e luce/ombra di alcune scene.
Sono tutti aspetti che generano un forte contrasto: toni forti per uno spettacolo che lascia il segno in chi lo guarda.
Alto dunque il rischio di De Venuto e dei suoi di non essere compresi ma soddisfacente il risultato ottenuto.
D’altra parte si sa, nella vita il rischio peggiore è quello di non correre alcun rischio!
Bravi tutti gli attori, dalle parti principali a quelle secondarie ma non meno importanti.
E’ stato bello incontrare attori e regista alla fine dello spettacolo, aspetto inconsueto nel teatro ma che lo rendono più vicino al pubblico.
Questa sera e domani sera andranno in scena le ultime due repliche.
Riportiamo di seguito la nota che Lino De Venuto ha lasciato per gli spettatori nel foyer del teatro.
Il drammaturgo Teodosio Saluzzi, dopo aver condotto sull’argomento una lunga ricerca, scrive per il teatro “Il Vangelo secondo Giuda”, nel quale l’Iscariota non sarebbe più l’esecutore del “sommo delitto”. Attenti, dice l’autore, le cose potrebbero essere andate diversamente e ribalta la storia del personaggio: Giuda sarebbe stato, il condizionale è d’obbligo, il discepolo preferito da Gesù, l’unico in grado di intuire il significato profondo delle sue parole, il solo in possesso della “scintilla divina” e pertanto in grado di portare a termine una “ardua missione”. In definitiva, come sostenuto anche da diversi testi gnostici e da altri non pochi studiosi, Gesù attraverso Giuda, si sarebbe sbarazzato della sua carne e solo così avrebbe potuto liberare il vero Cristo, l’essere interiore divino. E il povero Giuda nulla avrebbe potuto: era già tutto scritto! Però, se era già tutto scritto e quindi deciso da Gesù e dal Padre suo, non si può parlare di tradimento e in ogni caso il traditore non sarebbe Giuda. Per i più scettici la storia del Nazareno e di Giuda è ancora avvolta nel mistero, il passaggio del Getsemani e dello storico bacio appare troppo costruito e poco credibile: quel che è certo è che la sorte peggiore è toccata proprio a Giuda, da sempre considerato l’archetipo della figura dell’ebreo sul quale si sono scagliati la rabbia e l’antisemitismo di secoli.
Al di là delle questioni puramente teologiche, resta il fatto che Saluzzi, inorgoglito di essere arrivato Finalista alla XXIX Edizione Premio di Firenze – 2011, desidera legittimamente che un cast di attori allestisca la sua storia: però il momento è difficile, il teatro se la passa proprio male, le associazioni non hanno più alcun sostegno economico. Ma la proposta è interessante, l’idea della messa in scena è intrigante, il dramma umano di Giuda comunque avvincente: si estrae il copione dal cassetto, ci si chiama a raccolta e si decide “stoicamente” di dare corso a quest’avventura. Inizia il brainstorming. Dunque, vediamo: il testo è ben strutturato e documentato anche se ha una impostazione “classica”, che non è una parolaccia, vuol dire semplicemente che gli avvenimenti sono in qualche modo datati, indissolubilmente legati a quel periodo, i personaggi coinvolti sono quelli della tradizione storica e il rischio di montare l’ennesima sacra rappresentazione, sia pure con qualche novità, è alto.
E se nella ricostruzione della storia del Nazareno e di Giuda, passato e presente, in qualche modo, s’intrecciassero? Il brainstorming prosegue. Chissà, staremo a vedere!
Lino De Venuto
IL VANGELO SECONDO GIUDA
di
Teodosio Saluzzi
con
Lino De Venuto Giuda Iscariota
Rino Bizzarro Caifa
Leo Lestingi Anna
Domenico Palmieri Gesù
Enzo Strippoli Capo Zelota
Pietro Matarrese Zelota
Maurizio Sarubbi Soldato Romano
Simone Bracci Soldato Romano
Riccardo Marvulli Soldato romano
Antonella Giuliani Donna del Popolo
Costumi-elementi di scena: Rossella Ramunni
Regia Video: Gianni Carparelli
Foto: Marco Minischetti
Fonica e Luci: Gino Spadaro
Aiuto Regia: Pietro Matarrese
Regia: Lino De Venuto
Il disegno in locandina è della pittrice Anna Sforza
Teatro Duse: info prenotazioni:080.5046979-368.228369
ndr: Abbiamo appena saputo che, dato il successo ottenuto, Martedì 17 Aprile 2012 ci sarà una ulteriore replica!!!
Spettacolo vivace, inserito in un teatro forse troppo piccolo per l’agilità delle scene, che inizia con un’ottima impostazione dell’ambientazione organizzativa degli zeloti di cui Giuda ne è uno dei maggiori rappresentanti, spunto questo che incuriosisce sul proseguio della vicenda ma che non soddisfa le pretese aspettative perdendosi in lunghi monologhi forse eccessivi. Attori bravissimi ai quali la trama forse non ha concesso la possibilità massima di espressione. Bello e interessante l’intercalare di video nel contesto storico offrendo in tal modo numerosi spunti di riflessione sulle possibili applicazioni contemporanee del soggetto sottinteso. Complimenti a tutti e tantissimi auguri.