La mia nuova settimana è iniziata alla grande con “L’arte del dubbio” che ha debuttato ieri sera al Teatro di Rifredi, una versione teatrale del drammaturgo Stefano Massini, presente in sala, del libro omonimo del magistrato-scrittore Gianrico Carofiglio per la regia di Sergio Fantoni.
Cos’è “L’arte del dubbio”?
Mi faccio aiutare a spiegarvelo dalle perfette parole della brochure di sala: “Un cabaret del dubbio dove niente è dato per scontato, una moderna commedia dell’arte articolata in dieci quadri in cui i giochi di parole, lo strumento dell’interrogatorio e la forma del processo fanno sì che i due protagonisti si divertano a indossare i panni dei personaggi più disparati e lo fanno in un teatrino da fiera di paese con siparietto, quinte e luci che ricordano il teatro-cabaret brechtiano”. Ma non solo Brecht; affiorano anche echi, grazie alla mise indossata dai due protagonisti con tanto di bombetta, dei film di Chaplin-Charlot e dei due vagabondi beckettiani Vladimir e Estragon.
E i due formidabili, bravissimi (aggiungete voi gli aggettivi superlativi che vi vengono in mente, se li meritano tutti) protagonisti sono Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, “aiutati” dalla divertente voce registrata fuori scena di Gioele Dix nel ruolo del Ser-pente e dell’Immenso, dalle deliziose scene e dal disegno luci di Nicolas Bovey e dalle musiche di Cesare Picco eseguite dal vivo da Nicola Arata che suona, alternativamente, ben dieci strumenti diversi come dieci sono i siparietti che si rifanno ai dieci comandamenti.
Cento minuti senza intervallo in cui trovano spazio anche straordinari monologhi, dolorosi e commoventi, da ascoltare in apnea, come quello sulla strage della Thyssen e quello sull’omicidio di don Puglisi interpretati da una grande Ottavia Piccolo; da applausi a scena aperta la bravura di Vittorio Viviani nel recitare in tantissimi dialetti diversi e la sua capacità di autoironia nel calarsi, con una gestualità assolutamente pertinente, nei personaggi più disparati.
Come avrete capito uno spettacolo assolutamente da vedere e applaudire, si replica fino a domenica.