Gio. Mar 30th, 2023
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Archiviata praticamente l’annessione della Crimea alla Russia, la crisi dell’Ucraina si ravviva nella cosi detta Riva Sinistra del Dnepr.  Storicamente questo  fiume  segnava il confine fra i territori polacchi e quelli russi  dalla metà del 600 e costituì per qualche tempo un territorio autonomo dello stato zarista con un proprio atman ( capo cosacco).  La zona centrale dell’Ucraina, invece, entrò a far parte della Russia  alla fine del 700 con lo smembramento della Polonia mentre quella più occidentale ( Galizia) solo in seguito alla Seconda Guerra Mondiale (Grande Guerra Patriottica , secondo il linguaggio russo)  Nei territori della sinistra del Dnepr prevale ma non è esclusiva, la lingua russa rispetto all’ucraino: da essi proviene, per esempio, la Tymoshenko   I caratteri di acceso nazionalismo, con forti accenti antirussi,  del movimento di Piazza Meidan hanno allarmato questa popolazione che teme, a torto o a ragione, di essere discriminata. Piu concretamente bisogna pure valutare che la economia russa si presenta in condizioni economiche migliori e soprattutto in forte espansione rispetto a quella ucraina che non decolla ed è perennemente in crisi.

La  Riva Sinistra sarebbe orientata quindi a chiedere,  come per la Crimea,  l’annessione alla  Russia. Si tratta, però di situazioni diverse. La Crimea era una  repubblica autonoma e comunque non ha mai storicamente fatto parte della Ucraina alla  quale fu unita per una decisione del tutto arbitraria di Krusciov . Il passaggio della Riva Sinistra potrebbe invece portare a  uno smembramento dell’Ucraina. Infatti susciterebbe  forse anche un richiesta  analoga per Odessa  ( e la riva del Mar Nero) che, pur essendo prevalentemente russofona, per ora  invece risulta  tranquilla. Si estenderebbe inevitabilmente anche in  Transinistria : si tratta di una regione, al di del fiume Nistro,  che fa parte della Moldavia ma che essendo abitata prevalentemente da russofoni ( e non da rumeni)  si è dichiarata indipendente  ed lo è di fatto anche se non giuridicamente ( non vi è riconoscimento internazionale).

Lo smembramento  dell’Ucraina potrebbe innescare una crisi  dalle conseguenze imprevedibili in quanto in tutti gli stati ex sovietici vi sono forte minoranze russe. Dopo la dissoluzione della Unione Sovietica non vi è stata nessuna  rettifica di confini  che da sostanzialmente amministrativi ( di stati federati con modesta autonomia  ) si sono trasformati  in confini statali veri e propri Chiedere delle revisioni di confini su base etnica sarebbe  aprire un vaso di Pandora  e potrebbe  trasformare la ex  Unione Sovietica in una gigantesca Yugoslavia : uno scenario da incubo per tutti .

In base a queste considerazioni si prevede che Putin agisca con  molta prudenza e senso di responsabilità  La annessione della  Crimea può essere una riparazione  sufficiente all’orgoglio russo e al prestigio personale  di Putin, senza rischiare di precipitare in una crisi senza  fondo.

L’imperò dello Zar e poi la URSS era  un grande spazio politico in cui gruppi etnici diversi si sono spostati, mescolati continuamente   nei secoli secondo le contingenze storiche : è impossibile dividerli  un’altra volta costituendo stati su base etnica.

 

 

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