Archiviata praticamente l’annessione della Crimea alla Russia, la crisi dell’Ucraina si ravviva nella cosi detta Riva Sinistra del Dnepr. Storicamente questo fiume segnava il confine fra i territori polacchi e quelli russi dalla metà del 600 e costituì per qualche tempo un territorio autonomo dello stato zarista con un proprio atman ( capo cosacco). La zona centrale dell’Ucraina, invece, entrò a far parte della Russia alla fine del 700 con lo smembramento della Polonia mentre quella più occidentale ( Galizia) solo in seguito alla Seconda Guerra Mondiale (Grande Guerra Patriottica , secondo il linguaggio russo) Nei territori della sinistra del Dnepr prevale ma non è esclusiva, la lingua russa rispetto all’ucraino: da essi proviene, per esempio, la Tymoshenko I caratteri di acceso nazionalismo, con forti accenti antirussi, del movimento di Piazza Meidan hanno allarmato questa popolazione che teme, a torto o a ragione, di essere discriminata. Piu concretamente bisogna pure valutare che la economia russa si presenta in condizioni economiche migliori e soprattutto in forte espansione rispetto a quella ucraina che non decolla ed è perennemente in crisi.
La Riva Sinistra sarebbe orientata quindi a chiedere, come per la Crimea, l’annessione alla Russia. Si tratta, però di situazioni diverse. La Crimea era una repubblica autonoma e comunque non ha mai storicamente fatto parte della Ucraina alla quale fu unita per una decisione del tutto arbitraria di Krusciov . Il passaggio della Riva Sinistra potrebbe invece portare a uno smembramento dell’Ucraina. Infatti susciterebbe forse anche un richiesta analoga per Odessa ( e la riva del Mar Nero) che, pur essendo prevalentemente russofona, per ora invece risulta tranquilla. Si estenderebbe inevitabilmente anche in Transinistria : si tratta di una regione, al di del fiume Nistro, che fa parte della Moldavia ma che essendo abitata prevalentemente da russofoni ( e non da rumeni) si è dichiarata indipendente ed lo è di fatto anche se non giuridicamente ( non vi è riconoscimento internazionale).
Lo smembramento dell’Ucraina potrebbe innescare una crisi dalle conseguenze imprevedibili in quanto in tutti gli stati ex sovietici vi sono forte minoranze russe. Dopo la dissoluzione della Unione Sovietica non vi è stata nessuna rettifica di confini che da sostanzialmente amministrativi ( di stati federati con modesta autonomia ) si sono trasformati in confini statali veri e propri Chiedere delle revisioni di confini su base etnica sarebbe aprire un vaso di Pandora e potrebbe trasformare la ex Unione Sovietica in una gigantesca Yugoslavia : uno scenario da incubo per tutti .
In base a queste considerazioni si prevede che Putin agisca con molta prudenza e senso di responsabilità La annessione della Crimea può essere una riparazione sufficiente all’orgoglio russo e al prestigio personale di Putin, senza rischiare di precipitare in una crisi senza fondo.
L’imperò dello Zar e poi la URSS era un grande spazio politico in cui gruppi etnici diversi si sono spostati, mescolati continuamente nei secoli secondo le contingenze storiche : è impossibile dividerli un’altra volta costituendo stati su base etnica.