Grande successo al Teatro L’Istrione di Catania per l’interpretazione dell’atto unico di Eduardo De Filippo
La rassegna teatrale dal titolo “Le Voci di dentro” del teatro L’Istrione di Catania, si apre con la commedia in unico atto di Eduardo De Filippo dal titolo “Gennareniello” messa in scena da venerdì 12 ottobre a domenica 14 al teatro L’Istrione di Catania.
Impeccabile la regia di Valerio Santi e Francesco Russo, scenografia e musiche di Valerio Santi, fondale scenico realizzato da Francesco Russo, fonica e luci di Aldo Ciulla, costumi a cura della Costumeria L’Istrione.
Recitato in una credibilissima lingua napoletana per non togliere la poesia e per rispettare il copione dell’autore, come lo stesso Valerio Santi spieghera’ a fine spettacolo tra gli applausi scroscianti degli entusiasti e numerosissimi astanti, rispetto reverenziale che solo un altro autore come lui poteva esercitare per un collega del passato.
Protagonista della commedia di De Filippo, scritta nel 1932, è Gennaro, anziano, originale e geniale inventore e poeta di notte, fumatore di sigari che, mentre li “aspira si ispira”, romantico, dall’animo gentile e sensibile alla bellezza dirompente e provocante della giovane Anna Maria e sposato con Concetta, fattiva donna e madre attenta di Tommasino.
Le opere umoristiche di Eduardo De Filippo sembrano essere legate l’una all’altra da un filo conduttore con i temi, apparentemente semplici, della famiglia, dei problemi del quotidiano, delle umili origini ma che, pur tuttavia, non impediscono all’immaginazione salvifica, all’estro, al genio, alla poesia dei personaggi, di trasformarla in una vita degna di essere vissuta con orgoglio ed entusiasmo.
Una scena che riproduce un cortiletto con tanto di catino per la biancheria; un balconcino delizioso dove si affaccia, in tutta la sua provocante bellezza, Anna Maria la quale, con maestria “stuzzica” l’immaginario mascolino di un Gennaro attratto da così tanta generosita’.
Bravi tutti gli attori, commoventi, divertenti, ben affiatati, diretti magistralmente. Una realta’ teatrale importanto, e non così tanto per dire, ma tangibile, verificabile, obiettiva.
Il bravissimo attore, regista, autore Valerio Santi, è in scena il poetico, anziano inventore Gennaro. La sua interpretazione è a dir poco esaltante, garbata nei modi e nei toni, convincente, emozionante. Attento nel gestualita’ armoniosa con la mimica, Valerio Santi viene piu’ volte, meritatamente applaudito durante la performance.
La moglie di Gennaro, Concetta, è interpretata dalla giovane ed esemplare attrice Irene Tetto. Ci ha emozionati, coinvolti attraverso il suo più che credibile napoletano parlato. Intensissima la sua espressione di gelosia e rabbia nelle scene finali. Incisiva, come una lama tagliente che si conficca nel cuore, quando grida rivolta al marito “maritemo è d’o mio!” per marcare quel forte senso di appartenenza che caratterizza la famiglia tradizionale, la meravigliosa e quasi estinta, famiglia di una volta.
La coppia ha un figlio diciottenne, Tommasino, grande preoccupazione del padre perché, anziché pensare alle donne, ha un amore viscerale e sviscerato per il cibo. Tommasino è caratterizzato egregiamente dal poliedrico attore Francesco Russo. Francesco diverte, emoziona smorzando quei toni grevi, soprattutto quasi alla fine dello spettacolo, con tutta la poesia e l’ingenuita’ di un ragazzo vissuto sotto le ali “troppo” protettive di una madre a lui legatissima.
La sorella di Gennaro, Fedora, è la bravissima e divertentissima attrice Cindy Cardillo, pittrice convinta ed alquanto esaltata, zitella per scelta degli altri e pronta ad attaccare chiunque la contraddica.
La convincente e brava attrice Marina La Placa è la conturbante Anna Maria, eternamente affacciata al balcone provocando Gennaro fin quando, quasi con vezzo di sfida, lo porta a baciarla sfacciatamente davanti a tutti. E’ in quel momento che da Gennaro il protagonista diventa Gennareniello, riportandolo alla sua fanciullezza ardimentosa e spensierata.
L’attore Concetto Venti è Matteo, inquilino cattivo pagatore di Gennaro e Concetta, corteggiato, seppur malamente, da Fedora.
‘O Russo è interpretato dal baldanzoso Aurelio Rapisarda, mentre il credibile avvocato Michele reca il volto dell’attore Daniele Sapio.
Applauditissimi tutti, capaci di regalare la poesia in un mondo di ipocrisie, materialismo ed apparenze.