Mer. Mar 29th, 2023
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Ieri sera tutto esaurito per la terza replica di “Casa nova, vita nova”, commedia scritta nel 1956 da Vinicio Gioli e Mario De Majo, che la compagnia del Grillo, una delle ultime a portare avanti la tradizione del teatro vernacolare fiorentino, ha voluto riproporre, a sessant’anni dal suo debutto, con l’attenta regia di Angelo Savelli.

Il punto focale su cui si s’impernia tutta la divertentissima storia è la chiusura delle “case chiuse” dopo l’approvazione della legge Merlin. Ecco come la brochure di sala ci racconta la sinossi “la famiglia Ciuti è costretta dalla penuria di appartamenti, dopo i disastri della guerra, a una coabitazione burrascosa con un’altra famiglia; quando finalmente si presenta l’occasione i Ciuti si trasferiscono in un ampio appartamento tutto per loro; senonché si tratta proprio di una di quelle ex case chiuse e la circostanza darà luogo s nuovi conflitti e spassosi equivoci”.

Bravissimo tutto il cast ma mi vorrei iniziare i miei complimenti dal nonno Utilio della famiglia Ciuti, lo straordinario e sempre brillante Sergio Forconi che provoca ininterrotte risate e calorosi applausi, meritatissimi. Bravi e professionali come sempre (ho avuto modo di recensirli varie volte nel passato) Raul Bulgherini e Giovanna Brilli nei ruoli, rispettivamente, del marito Arduino e della moglie Cesira, lui che cerca di mediare ogni litigio, lei, invece, che prende fuoco con facilità. Brave e divertenti nel caratterizzare i loro ruoli di coabitanti invasive Cristina Valentini nel ruolo di Attilia e Beatrice Tonelli in quelli di sua nuora e formidabile Filippo Filidei in un quadruplice ruolo, dall’infantile Ottavino a quello di una vicina e ancora letturista della luce e visitatore dell’ex casa chiusa. Perfetta Eleonora Cappelletti nel ruolo “cammeo” di ex lavorante della casa chiusa e bravi i tre “giovani”: Giulia Mottini la figlia Vanna, Alessandro Beraldi il suo fidanzato Marco e Massimiliano Lari il fratello Piero e bravo Sergio Giani nel ruolo di amico di Arduino.

Nonostante la durata, due atti di cento minuti in totale, la commedia vola via tra risate e applausi grazie al ritmo perfetto delle battute e alla mimica che caratterizza ogni interprete. Complimenti al cast e al regista.

Si replica fino all’1 novembre.

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