Grandissimo successo di pubblico e di critica al “Teatro Brancati di Catania” per “Il Marchese di Ruvolito” di Nino Martoglio, in scena dal 20 ottobre al 6 novembre c.a.
Primo lavoro in cartellone per la nona stagione del “Teatro Brancati” di Catania, “Il Marchese di Ruvolito” apre le danze e lo fa in modo egregio con il sempre applauditissimo meritatamente, il bravissimo attore Tuccio Musumeci nei panni dell’anziano e di gran cuore Marchese Ruvolito, aristocratico caduto in miseria fra parvenus affamati di nobiltà e smaniosi di possedere un “titolo” a qualsiasi costo. Ciò porta il Marchese ad inventarsi e vendere “alberi genealogici” fantasiosi ad illustri famiglie ignoranti e plebee.
Ultimo lavoro di Nino Martoglio del 1920, “Il Marchese di Ruvolito” è un copione colorato e colorito, specchio di una società che mostra, attraverso l’ironia, i malanni e i vizi di una condizione umana disperata e decadente, dedita all’apparenza più che alla sostanza.
Al Marchese di Ruvolito, tra i tanti si rivolge pure donna Prazzita Timurata, arricchita tramite la vendita di olio e formaggio e vogliosa di titolo nobiliare perché vuol far convolare a “giuste” notte la figlia Immacolata al “baronello di Mezzomondello”, spietato cacciatore di dote senza scrupoli. La ragazza però ama, ricambiata il giovane intelligente, colto, ricco ma senza blasoni Adolfo Giesi che, per arrivare al suo nobile scopo, viene adottato dal Marchese di Ruvolito diventando così Marchese di Gebbiagrande.
Tra gags, strafalcioni linguistiche spesso “attualizzate” dagli interpreti ma ben consoni al testo e al contesto, il lavoro risulta armonico, gradevole, esilarante, mai scontato. Gli attori dimostrano un grande affiatamento scenico e sono più che in sintonia l’uno con l’altro.
Bellissime ed adeguate le scene di Susanna Messina; straordinari, curatissimi i costumi delle sorelle Rinaldi; i simpatici movimenti coreografici in chiusura di spettacolo sono ben diretti da Silvana Lo Giudice; l’impeccabile regia è di Giuseppe Romani.
Particolarmente interessante è la scena dell’incontro tra il Marchese di Ruvolito (il grande attore Tuccio Musumeci) e il baronello di Mezzomondello ben interpretato, con grande padronanza del personaggio dal bravissimo Claudio Musumeci, figlio d’arte.
L’uno lo specchio dell’altro con i caratteri contraddistinti dalla differenza generazionale tra i due, portano in scena lo spaccato arrivista e spietato, più rappresentativo del tempo.
Esilarante e ben congeniato poi, il siparietto interpretato dal sempre adeguato attore Enrico Manna (Signor Mangialardo, che sta “squagliando come la saime”) e l’imponente, giunonica moglie Signora Mangialardo, amante dell’arte pittorica di “Scaravaggio” (la brava attrice Donatella Liotta).
L’istrionico attore Savi Manna ricopre egregiamente i suoi tre ruoli di capostazione, del notaio e dell’ufficiale giudiziario.
La fresca ed esuberante, innamorata della bella musica cameriera di casa Timurata, Teresina è ben interpretata dalla giovane attrice Marina Puglisi. Il giovane servitore, un po’ stralunato è l’attore Luigi Nicotra.
Governante del Marchese di Ruvolito, Marianna innamorata del bel canto e alquanto sorda, è la bravissima attrice Raniela Ragonese.
La coppia protagonista del lavoro, donna Prazzita (Placida) ed il marito Don Jabicu Timurata hanno volto e corpo di due attori coinvolgenti, trascinanti, capaci di strappare risate ed applausi ripetutamente: Rossana Bonafede e Riccardo Maria Tarci.
Gli attori Giovanni Strano e Roberta Andronico, interpretano la giovane coppia innamorta: Adolfo e Immacolata.
I divertentissimi genitori orgogliosi di Adolfo Grisi, divenuto Marchese di Gebbiagrande aspirante Ruvolito, Don Neddu Grisi (cettu, cettu!) e Donna ‘Nzula, isterica e stizzosa, orgogliosissima dell’intelligenza e dell’istruzione del figlio, sono rispettivamente gli attori Turi Giordano e Maria Rita Sgarlato.
Da sottolineare particolarmente l’interpretazione impeccabile, concreta, naturale e mai eccessiva (nonostante il personaggio avrebbe potuta indurla a cedere “alla tentazione”, in alcune sue sfumature colorite), dell’attrice Sgarlato.
L’amico arrivista ed opportunista della famigli Timurata è l’attore Fabio Costanzo mentre l’arrogante padre del baronetto di Mezzomondello è l’attore Antonio Castro.
“Deus ex machina” indiscusso dell’intera commedia è come sempre il grande attore Tuccio Musumeci che ha saputo fare di un testo di non grandissime pretese, un lavoro di indiscussa qualità unendo attori talentuosi e ben coesi tra di loro.
Bellissimo il cambio di scena “a vista” che ha permesso al regista di unire il secondo e terzo atto senza interruzione.
“Sold out” per tutte le repliche in scena, applauditissimo da un pubblico divertito ed entusiasta, elogiato dalla critica, “Il Marchese di Ruvolito” ha dato il via ad una stagione teatrale del Brancati che promette “meraviglie”.
Fotografie di Dino Stornello