Emanuela Rolla ci ha regalato due splendide regie in meno di tre settimane al Teatro Garage, la prima per “Regine allo specchio” in cui era anche una delle quattro formidabili protagoniste, la seconda ieri sera con “Acqua e sapone”, un breve ma intenso monologo del drammaturgo Aldo Nicolaj, con l’assistenza alla rega di Daniela Paola Rossi e le originali scene di Luca Maschi. La straordinaria protagonista, Claudia Brovedani, ci ha regalato emozioni delicate, rapprese e, allo stesso tempo, violente nell’impersonare un’anziana donna che si trova reclusa, condannata all’ergastolo, ma all’inizio non ne conosciamo la ragione; lo scopriremo lentamente, goccia a goccia (perfetto il rumore della goccia d’acqua in sottofondo, ininterrotto e angosciante) in un disvelarsi che è, allo stesso tempo, delicato e brutale, che inizialmente ispira anche sorrisi per poi trasformarsi in una sua tenera dichiarazione dei reati da lei commessi, infantilmente inconsapevole, per la sua monomania che non le fa comprendere la gravità di quello che ha fatto. E quale migliore conclusione visiva per questa omicida rimasta bambina se non le bolle di sapone, un simbolo che racchiude in sé lo stupore infantile e due semplici elementi come l’acqua e il sapone del titolo: ancora applausi calorosi e meritatissimi e complimenti di vero cuore alla protagonista Brovedani e alla regista Rolla.
