Il quadro degli avvenimenti nella parte di Siria controllata dai curdi non è ancora chiaro. C’è un’offensiva turca ma non si sa ancora qual è la sua effettiva portata e finalità. Tutto è precipitato quando Trump ha annunciato il ritiro delle forze Usa dalla Siria perché non vuole che gli americani siano coinvolti nelle “ridicole” lotte tribali del M. O.
La decisione ha fini elettorali in quanto aveva promesso nella campagna elettorale di tirar fuori gli americani da quel lontano e inestinguibile teatro di guerra del M.O nel quale sono invischiati da quasi un ventennio. L’annuncio è stato preso dai Turchi come un luce verde per il loro intervento da lungo tempo e fortemente voluto per controllare i curdi di Siria nel timore che essi possano mettere in agitazione i Curdi di Turchia già da quasi quaranta anni in agitazione. Tuttavia Trump, subito dopo, pressato dalla opinione pubblica che ravvisa giustamente in tale ritiro un tradimento insopportabile verso i fedeli alleati Curdi ha poi smentito il ritiro parlando solo di un semplice spostamento di una cinquantina di militari e soprattutto minacciando gravemente la Turchia di “distruggere la sua economia”, addirittura. Sembrava quindi uno stop a ogni iniziativa turca ma Erdogan ha dichiarato che la Turchia non sopporta minacce quando si tratta della sua sicurezza e sono iniziati attacchi aerei poi seguiti dall’avanzare di truppe scelte.
Non si riesce a capire se effettivamente gli USA intendono fermare i Turchi con gravi rappresaglie economiche e comunque mantenendo le posizioni militari nella regione che i Turchi certo non potrebbe attaccare direttamente, se c’è un accordo fra le parti, se c’è un abbandono dei Curdi, oppure un compromesso che permetta solo una contenuta incursione ai confini. La politica dei twitter non facilita certo le cose perché non si riesce a capire quando essi sono rivolti semplicemente alla propaganda elettorale e quando invece a decisioni politiche statali: questo purtroppo è un equivoco comune nei nostri giorni, non solo negli USA
I Curdi di Siria sono quelli che hanno fermato a Kobane l’avanzata dell’ISIS che sembrava inarrestabile Nel loro folle fanatismo l’ISIS infatti andò a scontrarsi con i forti e indomiti combattenti curdi. Le Unità di Protezione Popolare (YPG) strenuamente combatterono fra le rovine di Kobane, una specie di Stalingrado mediorientale, aiutate efficacemente dalle forze aeree USA che nel deserto ebbero facile gioco ad impedire qualunque arrivo di rinforzi e rifornimenti dell ISIS. La battaglia fu lunga e sanguinosa e alla fine i combattenti curdi riuscirono a fermare l‘ISIS che da allora non ebbe più capacità di espansione. In realtà l’ISIS si era sempre espansa con grande facilita perché non trovarono effettiva resistenza sia in Siria che in Iraq per il perdurante conflitto fra sciiti e sunniti e quindi accolti da questi ultimi in qualche modo come liberatori. I Curdi di Siria, pur essendo sunniti, comunque erano quanto mai lontani dal fanatismo radicalista e jihadista e quindi si difesero con indomito coraggio destando ammirazione in tutto l’Occidente. Anzi alcuni dall’Occidente vennero anche in loro aiuto formando una brigata internazionale (sull’ esempio dei combattenti opposti dell ISIS). Si ricorda anche l’italiano Asperti caduto mentre combatteva a fianco dei Curdi. In seguito, sempre con l’aiuto determinante aereo USA, i Curdi hanno riconquistato l’intero territorio siriano occupato dall’ISIS fra cui anche la capitale Raqqa. Tuttora detengono la maggior parte dei jihadisti e anche un grande campo profugo di civili più o meno sospettati di essere congiunti o sostenitori dell ISIS. Ora i Curdi minacciano di rilasciarli riaccendendo quindi la scintilla del califfato che benché abbia perso il controllo del territorio tuttavia rimane ancora un pericoloso movimento terroristico. I Turchi definiscono invece terroristi i Curdi per la lotta che essi sostengono all’interno dei confini turchi. Da segnalare che ai tempi di Kobane i turchi lasciavano passare i volontari dell’ISIS provenienti da tutto il mondo islamico ed europeo ma non permettevano ai Peshmerga (guerriglieri curdi dell Iraq ) di aiutare i loro connazionali di Siria.
I Curdi quindi, in sostanza, hanno costituito una sorta di fanteria appoggiata dalle forze aeree USA che hanno potuto così distruggere l’ISIS senza rischiare la vita dei propri soldati. Abbandonare ora i Curdi perché ormai l’ISIS non esiste più e lasciare che essi siano spazzati vai dai Turchi appare ed è effettivamente un tradimento: non è chiaro però se gli USA lo permetteranno effettivamente.
