
Lunghi applausi entusiasti per “Fèmmene” al Must Musco Teatro di Catania nei giorni 16 e 17 novembre c.a.
Tu mi hai resa donna, Signore,
e la donna è soltanto
un pugno di dolore.

Così scriveva Alda Merini nel suo “Magnificat”. E’ quasi come un anatema, un marchio su quel “cromosoma x” che comincia a prendere vita e cresce in un grembo anch’esso “femminile”: una donna è un pugno di dolore. E ne aveva di prove Alda Merini per dimostrarlo!
Noi donne nasciamo con una sorta di “segno” inciso a fuoco dal destino della creazione, un marchio “beffa” che ci fa condurre una vita sospesa, cercando di mantenere l’equilibrio percorrendo quel filo sottile tra l’essere carnefice e l’essere vittima di noi stesse.
“Auguri e figli maschi”, si dice e quelle femmine? “Fèmmene” di Myriam Lattanzio tratto da “Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazza porta in scena le diverse sfaccettature femminili, tra risate, riflessioni ed emozioni.
Secondo appuntamento del programma del Must Musco Teatro, scelto da Giuseppe Dipasquale, “Fèmmene” è un insieme di monologhi che la bravissima, istrionica attrice Nunzia Schiano interpreta con grande naturalezza e professionalità accompagnata dalla calda voce di Myriam Lattanzio con brani latini eseguiti da Francesco Ponzo alla chitarra e Roberto Giangrande al contrabbasso.
Volti, cuori ed anime diverse di donne: dall’anziana “curiosa” che sa tutto di tutte alla madre che ha perso il figlio ucciso in strada; dalla donna di periferia alla madre con una figli buddista, un figlio gay ed una sorella incinta di un musulmano.
Il tutto condito da i “friarielli”, squisite verdure passate in padella che allietano le domeniche (e non soltanto quelle) delle famiglie napoletane.
Se il cielo è azzurro, è nei suoi momenti più belli che si tinge di rosa. Bellissimo e di grande sensibilità ed eleganza l’omaggio che la Myriam Lattanzio fa alle più grandi interpreti e autrici latino – americane (Chavela Vargas, Mercedes Sosa, Violeta Parra, Consuelo Velasquèz).
Fémmene è uno spettacolo avvincente, divertente ma che induce alla riflessione, ironico a tratti pervaso da una realtà amara. Nunzia Schiano è una grande artista di immensa generosità e cuore, cuore che arriva al pubblico con una forza invincibile, emozionando e divertendo in modo elegante e mai triviale mettendo in risalto, in tal modo, la sua Napoli, una Napoli che è sanguigna e ricca di arte, musica e poesia. Il suo napoletano è comprensibile, chiaro e diretto: diventa quasi lingua universale di ogni femmina che non è donna, perché le donne non sono come le femmine, le donne sono “fraceche”. E le femmine sono prima madri, poi mogli e poi tutto il resto. Madri che si preoccupano per questi figli che spesso procurano loro dolore e sofferenze.
“Nostra signora dei friarielli” di Anna Mazza riguarda però tutte le donne e non soltanto quelle partenopee. L’accostamento vincente con le canzoni interpretate dalla meravigliosa voce ed il sentimento Myriam Lattanzio, rende “Fèmmene” uno spettacolo godibile, universale, unico e vincente.
Lunghi applausi meritatissimi hanno decretato un successo che è destinato a ripetersi per tanto tempo ancora in altri luoghi. E noi ne siamo felici.
“Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare, ma non lo danno a chiunque.
Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire.
Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere.
Quelle che non si accontentano più.
Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente, quelli buoni da quelli no.
Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore.
Quelle che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena.
Quelle che vale la pena.
Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri.
Quelle con l’anima vicina alla pelle.
Quelle che vedono con mille occhi nascosti.
Quelle che sognano a colori.
Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro.
Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita”.
(Alma Gjini)
