Un tempo vi era molta più pazienza e dedizione nel dedicarsi alle arti antiche come ad esempio all’arte del cucito perché le distrazioni tecnologiche dei giorni nostri non si respiravano nemmeno alla lontana e tutto ciò che si creava attraverso la figura delle nonne e delle mamme, era creato attraverso il prezioso strumento delle mani.
Oggi si sceglie perché è una possibilità che ci è concessa e coloro che scelgono di rivisitare il passato, sono veramente rari ma esistono ancora.
Io la definisco bellezza del creare ed è quello che vedo spesso, ormai da anni all’interno della mia parte di Africa che vivo con cuore ed anima qui tra i monti della realtà sudtirolese grazie al mio lavoro con le nostre ragazze, all’interno delle strutture di accoglienza, che creano giorno dopo giorno, dei piccoli e preziosi miracoli da cui serve imparare ed apprezzarne il valore. Si guarda e si impara dai loro occhi e dalle loro mani; da mani e cuore, si rivela l’amore e la reale sostanza che portano dentro.
Esiste una donna minuta di statura e grande di cuore e d’anima, all’interno di una speciale comunità, di cui non farò il nome per una questione di privacy e rispetto ma che mi piace sempre portare nel cuore.
Lei ha l’oro in quelle sue mani un po’ piccole ma agili e la sua passione la contraddistingue. La sua abilità è quella di creare arte tra i capelli delle donne ed anche di qualche uomo ma, la sua specialità è assolutamente al femminile e porta avanti l’essenza della sua cultura Nigeriana. Dunque la chiamerò Nigeria per intenderci e renderle omaggio, perché lo merita in assoluto.
I colori della sua terra e del suo “Io” vengono riproposti come toni e sfumature variopinte di ciocche, trecce, acconciature che avvolgono e decorano i volti semplici e talvolta vissuti delle sue ragazze-modelle.
Con estrema determinazione illumina un cambio look dalle più giovani alle più veterane, repentino nel tempo. Lei cambia come cambiano le stagioni e gli umori interiori del suo status, dal dorato, al blu-violaceo, al rosso-bordeaux; tinte che puntualizzano e demarcano i dettagli delle personalità di ciascuna.
Questa ragazza è davvero una professionista allo stato puro, è un esempio di come talvolta i pali culturali tendono a tramutarsi in professione lavorativa affrontando difficoltà e precarietà ma, come ogni obbiettivo, si intravede all’orizzonte fino ad essere raggiunto e definito.
La cura, la valorizzazione della figura femminile nella sua bellezza estetica, nella sua forma sinuosa che rappresenta l’Archè della prosperità, della semplicità genuina di una MamAfrica, viene coltivata perché Donna con la D maiuscola, donna madre, pietra miliare di una storia da vivere e raccontare.
E dall’arte di questa piccola-grande donna, parrucchiera ed estetista di professione cerco di raccontare anche una seconda arte che mi appassiona perché mi riporta indietro al mio passato trascorso a stretto contatto con la mia mamma che preparava per familiari e non, i panni, cercando di coinvolgermi già da piccola.
Ma io scelsi un’altra strada ascoltando come sempre il cuore. Infatti eccomi qui.

La donna di cui sto raccontando è una sarta, cuce, disfando e riassestando i lembi, tutto ciò che insomma le capita sotto mano. La cosa straordinaria è che il suo mestiere lo svolge in modo assolutamente umile e silenzioso e questo rappresenta la parte vera del suo operato.
Solo per caso, è venuta fuori questa sua attitudine, in un giorno di festa durante il quale questa maestra del cucito ha iniziato a rammentare stoffe e tessuti pregiati affinché tutte le sue amiche-clienti, fossero ornate a festa per un evento di comunità speciale, che vedeva convolare a nozze due connazionali sempre di provenienza nigeriana.
Giorni ed ore di preparativi senza tregua per tutte le taglie e misure, colori vivaci e tessuti originali che prendevano forma a distanza di tempo ed ore notturne trascorse laboriosamente nel suo minuto ed arrangiato laboratorio che altro non è, che una piccola area della casa, allestita per i momenti di svago collettivi all’interno della casa.
Anche di lei voglio rispettare nel silenzio del suo nome, la sua privacy ma, raccontare ciò che riesce a creare con amore e cura è ancor più decoroso, di quanto possa essere, la rivelazione della sua identità.
Cucire è come allestire una tela di colori caldi e veraci; anche in questo frangente il passato del mestiere ritorna, viene rivisitato e rilanciato in Vogue.
Sono tutti esempi, emblemi, stendardi che vivono di poco materialismo ma di cotanta ricchezza interiore e valoriale, tradizioni riprese nel tempo, personalizzate e pronte ad essere riamate anche dall’eterogeneità di molteplici mondi e culture che osservano e brillano al semplice.
Tutto ciò è orgoglio, motivo di bellezza come diceva il maestro Aristotele, da cui poter apprendere in modo sano e genuino. Ognuno di noi vive di sogni e passioni. Loro hanno scelto le loro ed io amo la mia perché mi ha dato oggi la possibilità di raccontarle e farle vivere in questa piccola parte di mondo, tra i monti, dove vive una porzione di cuore di colore e sapore africano. Credo che queste storie bellissime debbano essere raccontate per conoscere la cultura Africana che in moltissimi sconoscono, ignorano e della quale, ergerne la bellezza è cosa assai preziosa. Io mi sento una cantastorie di storie africane che amo come fosse terra mia e che ho avuto la fortuna di abbracciare e portare in me, oggi e per sempre. Mi piacerebbe che la conoscenza di essa possa essere divulgata altrove. Grazie MamAfrica.
