Sab. Mar 25th, 2023
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Ancora una volta una parte della città o per meglio dire della mentalità bolzanina delude; chiusa, limitata, ignorante e dominata dal pregiudizio razziale pregnante. Episodi innumerevoli che lasciano un profondo amaro in bocca e che logorano la collettività perché sono situazioni raccapriccianti che hanno origine dalla collettività non generalizzabile ma pur sempre collettività. Peccato, visto che molto altro ancora si mobilita per cambiare la sorte di una parte di società che ancora è ingoiata dall’ignoranza prevaricante ma nonostante gli sforzi esiste ancora, il pregiudizio esiste ancora ed è assordante. Ore fa, tra le strade di un centro storico brulicante di negozi, un uomo di nazionalità africana, età media, in giro per i negozi del centro, con l’intento di comprare abbigliamento maschile, si accingeva a fare ingresso in un reparto maschile di un famoso negozio sotto i portici alle spalle di Piazza Walther nella città altoatesina di Bolzano. Era primo pomeriggio e tutto filava liscio fino a quando, adocchiando dei jeans e una camicia che avrebbe desiderato acquistare perché soddisfacevano entrambi i capi i suoi gusti, sentiva all’altoparlante una voce femminile che annunciava l’arrivo della Security. Ma il negozio era vuoto, l’unico utente presente era lui. Dopo pochi minuti una security di sesso femmine arrivava come preannunciato e si rivolgeva all’uomo chiedendo se avesse avuto intenzione di provare i capi scelti oppure no. La risposta del cliente è stata di no poiché solitamente conosceva la sua taglia ed avrebbe comprato senza il bisogno di provare. Così è stato infatti ma, la bruttezza di questa storia, che va raccontata, denunciata, segnalata è proprio l’angoscia con cui l’uomo in questione, dopo aver fatto i suoi normali acquisti come tanti altri, ha lasciato il negozio in uno stato di umiliazione, insinuazione e sgomento per aver ricevuto accuse ed illazioni trasversali. Veramente allucinante, accuse che ti uccidono dentro, ti feriscono e ti strappano il sorriso dal volto. Di solito quando si va a fare shopping si è felici, lui lo era ma dopo il fatto, non lo era più. Adesso mi voglio chiedere il perché. Perché una persona che va a comprare o a dare un’occhiata al vestiario da acquistare deve essere perseguitato all’interno di un negozio ed accusato di rubare? Lui è un uomo africano di nazionalità e ciò significa che è nato in un continente che si chiama Africa, e per la vicinanza alla linea immaginaria equatoriale, il suo colore della pelle è più scuro del bianco che invece caratterizza gli europei che prendono nome da un continente che di chiama Europa. Si comprende che tutto ciò che accade è ridicolo? Ancora una volta soggetti che credono di essere superiori per mentalità ed ingegno deludono. Il territorio altoatesino è uno spazio italiano che rispetto a molte altre realtà circostanti, produce e fa moltissimo per i progetti di accoglienza ed integrazione ma poi ci si perde in cotanta pochezza e povertà di contenuti? Si, proprio così. Vergogna e non a tutto il territorio altoatesino perché non si deve generalizzare mai, ma solo a chi è protagonista e fomentatore di questi gesti e perdono con la P maiuscola alle vittime di tale bassezza, ogni giorno sempre di più. Il nostro colore è la nostra identità. Trasparente nessuno di noi lo è proprio perché il colore rappresenta il nostro essere. E con questo non ho altro da dire. Chiedo scusa a chi viene offeso ed è vittima di tale ignoranza.

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