Dopu lu focu la petra, un viaggio che racconta una storia umana e sovraumana.
Gli intrecci di una società senza tempo.
Attraverso la musica che scende nelle trame emotive dei personaggi che la abitano, viene dipinto un quadro narrativo molto potente.
Ogni armonia evoca un’emozione
Ogni parola cantata, suonata e recitata è intrisa di forte teatralità.
Uno spettacolo ricco di colori e immagini, completamente inedito, originale e ben raccontato.
In scena 4 artisti, 3 musicisti e un’attrice che interagiscono con i loro strumenti e tra di loro, mettendo in campo ogni fiato e ogni nota a servizio di una storia in cui si immedesimano gli uomini e le donne d’ogni tempo. In scena: Tony Carciotto- performance estemporanea di pittura Nuccio Corallo – autore dei brani, chitarra e voce Antonio Longo- basso Giovanni Valastro- flauto e voce Rosa Lao- voce
Abbiamo incontrato il bravissimo cantautore e musicista Nuccio Corallo e l’attrice, cantante, performer Rosa Lao, in un noto locale della provincia Catanese. Grande tenerezza ma anche tanta determinazione nei loro volti soddisfatti e sereni, grande generosità artistica e professionalità.
Quattro chiacchiere tra amici ma che però rivelano due anime pronte alla sfida; l’irruenza dell’Etna dentro il cuore e la bravura supportata da grande esperienza e voglio di scoprire strade nuove per regalare emozione, bellezza e talento.
Nuccio Corallo, cantautore e musicista
Nasce a Catania, classe 1972.
Sviluppa sin da piccolo l’ascolto della musica, alimentando il suo
animo artistico. All’età di otto anni avviene il suo primo incontro con la chitarra di cui
si innamora perdutamente. Durante l’adolescenza sviluppa la passione per la poesia che si
lega alla scoperta della musica e del mondo cantautorale. Nel 1989 inizia a scrivere i primi brani, musica e testo. Nel 2000 pubblica per le edizioni Aesse la sua prima raccolta di testi musicali dal titolo “Papaveri in Ottobre”
Nel 2015 è protagonista di un fortunato tour musicale in cui suona con musicisti di caratura nazionale come Mario Arcari, Ezio Zaccagnini, Ellade Bandini e Giorgio Cordini. Nel 2019 scrive lo spettacolo “Dopu lu focu la petra”, misurandosi in modo molto riuscito con il vernacolo, un percorso tra musica e testi
che raccontano una storia umana e sovraumana attraverso la metafora poetica della lava e del vulcano, amanti fortemente radicati nel territorio e nell’animo dei siciliani. Nel 2021, in occasione del centenario della morte di Nino Martoglio, musica alcuni sonetti della Centona, che faranno parte dello spettacolo musicale “UniVersi martogliani”.
Artista poliedrico dalla spiccata sensibilità e dal grande talento poetico e musicale, possiede il dono della narrazione e i suoi brani, attraverso le parole e la musica, creano immagini molto potenti che
parlano all’animo di chi ascolta.
Rosa Lao, attrice, cantante e performer
Nasce a Catania, classe 1982. Si appassiona sin da piccola al teatro, al canto ed alla recitazione,
già al liceo inizia a studiare i testi di Shakespeare e Pirandello con un rarissimo ed illuminante laboratorio teatrale diretto dal maestro Giuseppe Di Pasquale e parallelamente lavora con la compagnia diretta da Michelangelo Condorelli, misurandosi in generi e ruoli diversi.
Si laurea alla facoltà di Pedagogia teatrale dell’Università di Catania e si forma con grandi registi e attori del panorama catanese come Nicola Alberto Orofino, Egle Doria, Cosimo Coltraro, Elisa
Franco. Studia per anni tecnica vocale e canto moderno con la maestra Cinzia Spada.
Dal 2013 lavora con diverse compagnie professionali, dirette da Anna Aiello, Cosimo Coltraro, Aldo Mangiù, Elisa Franco, Nicola Costa, Turi Giordano.
Nel 2017 è scelta dalla regista Anna Aiello, con cui inizierà un fruttuoso sodalizio artistico, per interpretare il ruolo da protagonista, attrice e cantante nella fortunata opera “Stelle già dal tramonto”, tratta dal concept-album “La buona novella” di Fabrizio De Andrè. Dal 2018 collabora con la “La Carrozza degli Artisti” diretta da Elisa Franco con cui porta in scena molti spettacoli di successo (La casa di Bernarda Alba, Orchidea nera, gli amanti maledetti, Una lunga attesa, La rosa tatuata, A cena con Agnese) e continua la sua formazione presso l’ “Accademia Internazionale del Musical” di Catania, dove studia con grandi maestri tra cui Gisella Calì, Renato Vinciguerra, Manuela Ventura e molti altri.
Nel 2019 è selezionata dal prestigioso Atto Unico Teatro Festival in cui debutta come protagonista nella black-comedy “L’Ordine”, con la drammaturgia e regia di Anna Aiello.
Nel 2020 è scelta dal regista Giovanni Anfuso che la dirige nella fortunata piece teatrale “Agata, la santa fanciulla”. Nello stesso anno fonda insieme a due colleghi l’associazione teatrale Rosso Cardinale con cui si dedica alla produzione di progetti originali.
Nel 2021 lavora insieme al collettivo il Bagatto allo spettacolo “Dopu lu focu la petra” con i testi e le musiche di Nuccio Corallo e la drammaturgia e regia di Francesco Russo.

Attrice passionale e molto versatile, ama misurarsi con ruoli e generi sempre diversi, dalla commedia brillante al dramma classico, dal musical al teatro contemporaneo, dalle fiabe al teatro canzone.
Ha 3 grandi passioni: i camerini, la musica, e la sua tartaruga Medea.
Nuccio Corallo ci racconta subito come nasce il suo lavoro “Dopu lu focu la petra”.
“Il percorso narrativo di “Dopu lu focu la petra” nasce dall’esigenza di raccontare l’evento lavico in modo diverso da quello storiografico. E’ stato molto interessante confrontarmi con la forma linguistica del
dialetto siciliano, parlato e scritto, che regala ai testi una grande forza evocativa rispetto all’italiano con cui sono abituato a scrivere.
La lava è un’allegoria, un pretesto, un casus belli per raccontare una storia umana. Ho trovato ispirazione in Edgar Lee Masters, creando una mia Spoon River ai piedi dell’Etna.
I quattordici brani che sviluppano la trama, raccontano di personaggi, piante, animali, cose, esseri umani e sovraumani. Sono pedine di un puzzle che tutte insieme compongono un quadro narrativo molto forte.
Ho scritto prima i testi e poi ho lavorato sulle musiche, creando delle atmosfere melodiche molto diverse per ogni brano, che si allontanano dal folklore tradizionale siciliano ed evocano in alcuni lo stile della musica salentina, sarda e araba e in altri il mondo cantautorale.
Nell’insieme è un quadro ricco di colori e immagini, che racconta una storia senza tempo in cui vivono i personaggi che la abitano, intrisi di forte umanità e di questo portatori.
Un simpatico incontro per un’insolita intervista di “coppia”, Rosa Lao e Nuccio Corallo. Ci raccontano dei loro traguardi, delle loro aspettative, ma soprattutto ci parlano di passione per la propria terra, una Sicilia sanguigna, passionale ed appassionata come loro.
Siamo andati ad applaudirli al “Fab wine bar” di Catania nel recital-musicale anticipazione dello spettacolo teatrale “Dopu lu focu la petra” che farà una tournee estiva nei luoghi artistici più rappresentativi della Sicilia.
- Nuccio, in questo tuo testo riscontriamo l’uso di una dialetto siciliano con termini d’altri tempi. E’ stato voluto?
R: Il dialetto usato nel recital è frutto di letture di sillogi poetiche siciliane di autori come Buttitta, per fare un esempio e di poeti del seicento.
- Chiedo ad entrambi: quanta sicilianità c’è in voi?
Rosa: Rappresenta una parte importantissima di me e dell’espressione della mia arte.
Nuccio: Sicilianità immensa e sentita ma senza retorica d’autore.
“Dopu lu focu la petra” unisce musica, drammaturgia teatrale ed espressione pittorica attraverso la magica mano del pittore Tony Carciotto che, nelle sue estemporanee pittoriche, riesce ad imprimere su tele le immagini visive dei racconti donati in note e poesia.
Tre forme d’arte di grande pregio che donano completezza e preziosità all’intera mise en scène.
La drammaturgia e regia saranno curate dall’autore, attore e regista Francesco Russo che, assistendo alla riduzione in forma di recital, ha ritenuto interessante estenderlo in forma teatrale. Ci esibiremo all’Interno della rassegna TEATRI-street a zafferana giorno 8 luglio presso la Palazzina liberty del parco comunale.
Rosa Lao si confessa con entusiasmo e quel lampo fanciullino negli occhi: “Mi piacerebbe interagire con il pubblico a fine spettacolo, permettere loro di soddisfare curiosità e perplessità dandoci un personale parere sullo spettacolo”.
Interviene Nuccio Corallo: “Il pubblico verrà ad assistere ad un lavoro assolutamente inedito che ha già avuto largo riscontro di partecipazione e successo nella forma di recital”.
La voce calda e graffiante di Rosa Lao si unisce armoniosa al tappeto musicale originale (l’apporto del basso ne è un chiaro esempio) di Nuccio Corallo. Il connubio risulta vincente, gradevole e sferzante coinvolgendo emotivamente ed emozionando.
Forte risulta l’impatto, l’orgoglio di appartenere ad una terra ricca di storia e di grandi bellezze pur nelle sue molteplici contraddizioni.
- Nuccio Corallo, cosa rappresenta per te la musica?
R: Come disse il mio conterraneo, Franco Battiato, la musica rappresenta il primo contatto con il cielo, ne è la parte trascendentale purché rimanga umile.
E adesso sfoderiamo un cavallo di battaglia creato da Gigi Marzullo: fai una domanda a te stesso e donaci una risposta.
LA DOMANDA CHE AVREBBE VOLUTO FACESSIMO A NUCCIO CORALLO
Quali sono 4 nomi di musicisti che hanno influenzato la tua poetica e perché.
Jacques Brel, Leonard Cohen, Atahualpa Yupanqui e Vladimir Vysockij
Con il primo nasce il Teatro-canzone, portato in Italia da Giorgio
Gaber e mi colpisce per la sua forma interpretativa molto
Viscerale. Il secondo, per il suo modo di scrivere la musica, per i testi molto visionari
e profetici, per me è una sorta di tredicesimo apostolo.
Il terzo si forma attraverso i canti dei contadini e il suono delle loro chitarre ed è molto legato alla tradizione popolare rurale
Il quarto per il modo con cui riesce a comunicare suonando “solo” chitarra e voce e per i testi estremamente poetici; anche per il suo timbro, che è quasi un tutt’uno con le parole forti e
rivoluzionarie; la sua musica e le sue parole erano il suo modo di fare “rivoluzione”. Tutti e quattro sono accomunati dalla scrittura di testi molto evocativi.
LA DOMANDA CHE AVREBBE VOLUTO FACESSIMO A ROSA LAO
Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto come attrice e Quello come donna.
R: Come attrice, dopo uno spettacolo per me molto importante, uno
dei miei maestri che non sapevo fosse in platea venne in camerino
e mi disse, cito testualmente: “Rosa, minchia (non so se si può
dire!) in quel personaggio eri l’ingenuità di una bimba di 6 anni e
poco dopo l’utero di una donna di 46.”
Come donna, che do tanto: “forza e serenità, guittezza e sensibilità,
vino e bicchiere.”
Che poi, se ci fai caso, in entrambi i casi abbiamo a che fare con i
miei amatissimi contrasti, sia nel palcoscenico così come nella vita.
Un incontro, quello con Rosa Lao e Nuccio Corallo che ci ha arricchito culturalmente, artisticamente ed umanamente. Non ci resta che andarli ad applaudirli di persona.
Stu latu di la facci
è tuttu paru fossa fossa
e calunu i stacci
a litturina passa
giniusa signurina
ca di notti da splinduri
di matina l’acquazzina
pari ca la fa cianciri.
(Giniusa)
Alivu
Cent’anni na ‘nsecunnu
lu focu s’agghiuttiu
co so ciatu lu ‘nffennu
li capiddi m’abbruciau.
A testa sutta chiantatu
non potti scappari
tirai l’ultimu ciatu
prima di cascari.
Tramuntana
U Diu grecu di lu focu
na ‘ncunia co matteddu
chianta corpa e senti l’ecu
e trema u Mungibeddu.
Dopo lu focu la petra
avi lu culuri di la pici
a lava chi brava latra
arrobba e tu dici.
Lu velu di Sant’Agata
Senza pirmissu passau la miseria
di na porta senza canceddu
fu spruvvista di cinta muraria
la viduta a volu d’aceddu.
Di la Porta da Cunsulazioni
trasiu la culata vili
lenta comu na prucissioni
senza Santu né fideli. (…)
“Noi siamo di Catania. Là il Monte dà la vita con la neve e la morte con la lava.”
(L’arte della gioia – G. Sapienza)
