Le barriere architettoniche sono degli ostacoli fisici che rendono impossibile la mobilità a persone con ridotte capacità motorie, permanenti o momentanee. Sono inoltre pericolose anche per persone con disabilità sensoriali. Rientra infatti negli ostacoli alla mobilità anche l’assenza di adeguata segnaletica di pericoli o indicazioni di orientamento. Secondo quanto stabilito dallo stato, i comuni negli anni ’90 avrebbero dovuto garantire un piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma non sono mai stati realizzati in maniera completa e c’è ancora molto da fare, sia nel pubblico sia nel privato. Il premier Mario Draghi nei mesi scorsi ha dichiarato che nel PNRR sono previsti 6 miliardi di euro per combattere la marginalizzazione, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita degli oltre 3 milioni di persone con disabilità che ancora non riescono a muoversi in piena autonomia e libertà sui trasporti e negli edifici pubblici o negli ambienti di lavoro.
Abbattere le barriere architettoniche: la normativa
Il primo riferimento normativo in merito ad accessibilità degli edifici è contenuto nella legge n.118 del 1971 che riporta le “Norme in favore di mutilati e invalidi civili”, mentre le prime indicazioni per progettare e rendere accessibili gli edifici pubblici sono contenuti nel Decreto Roncini, ossia il D.P.R. 384/78, successivamente ampliato e aggiornato. La normativa attuale di riferimento per le barriere architettoniche è il DM 236/89, che contiene la definizione del termine “barriera architettonica” e ne descrive anche l’ampiezza del suo significato. Per costruire nuovi edifici o provvedere all’adattamento di quelli già esistenti ci sono quindi delle precise indicazioni, che prevedono anche la possibilità di una deroga alla normativa su fabbricati sottoposti a vincoli solo se gli interventi compromettono in maniera grave l’edificio. In ogni caso tuttavia vige comunque l’obbligo di prevedere strutture mobili o rimovibili per garantire la circolazione di tutte le persone senza rischi in ogni tipologia di edificio.
Come abbattere le barriere architettoniche
Per abbattere le barriere architettoniche si deve partire da un’attenta progettazione a monte di qualsiasi edificio e il medesimo discorso vale anche per la ristrutturazione. Bisogna dunque concepire spazi con dimensioni corrette per il passaggio e la manovra di sedie a rotelle, pendenze che non siano troppo eccessive, percorsi e segnaletica ben progettati per guidare le persone che necessitano di orientarsi e una suddivisione degli ambienti interni che sia comoda per garantire la massima accessibilità.
Oltre alle soluzioni strutturali e di progettazione, ci sono poi le tecnologie che aiutano a spostarsi negli edifici in maniera sicura. Ed è dunque fondamentale prevedere impianti di elevazione e tutti i sistemi intelligenti di tipo sonoro o tattile che indicano i vari percorsi a persone non vedenti o non udenti. Gli elevatori come ascensori e montacarichi sono obbligatori per tutti gli edifici costruiti dopo il 1989 che hanno più di 3 piani. Per renderli ancora più efficienti dal punto di vista dell’accessibilità si possono corredare di sistemi acustici, indicazioni di tipo tattile per favorire la lettura alle persone con disabilità visiva e comandi vocali.
Abbattere le barriere architettoniche: le agevolazioni fiscali
Il governo mette a disposizione dei cittadini una serie di agevolazioni fiscali per incentivare l’abbattimento delle barriere architettoniche. Nel 2022 ha inserito nella Legge di Bilancio il bonus barriere architettoniche che prevede una agevolazione Irpef del 75% su tutti gli interventi volti a garantire l’abbattimento delle barriere architettoniche. L’installazione dell’ascensore può inoltre rientrare anche nel Superbonus 110% se nell’edificio si stanno effettuando lavori di efficientamento energetico.