Lo sfogo della signora NunziaTesta, vedova Franceschini
Prima di ogni cosa è doveroso ritornare ad un anno fa quando accade ciò di cui parleremo.
Domenica mattina, 6 giugno dell’anno scorso, al semaforo pedonale all’altezza del Circolo Canottieri Jonica del Lungomare di Catania, si consuma l’ennesimo incidente che colpisce i pedoni durante l’attraversamento. Nonostante ci sia ben in vista il cartello che pone limite massimo alla velocità fissandolo a 30 chilometri orari, gli automobilisti ed affini pare non lo notino affatto comportandosi come se fossero piloti in una pista di formula uno. Parecchi sono stati i feriti, gravi e meno gravi, e tanti i morti su quelle nefaste strisce, ma NESSUNO si adopera e provvede ad un efficace controllo della zona che sanzioni severamente questi teppisti della strada, ciechi ed incoscienti senza alcun senso civico. Gli abitanti della zona Ognina di Catania, gli ogninesi, si sono più volte rivolti agli organi competenti comunali e regionali, ma questi rispondono con un avvilente silenzio che denuncia scelleratezza e pressapochismo. Si chiedeva dunque, a gran voce che venisse posto rimedio a questa gravissima incuria auspicando un incontro con gli amministratori, con il comandante dei Vigili Urbani, con l’assessore alla viabilità e con il Sindaco di Catania, Salvo Pogliese, in modo tale che si giungesse ad una celere risoluzione del problema.
La moglie del pedone investito ed ucciso, la signora Nunzia Testa, in una sua nota ringrazia il Sindaco di Catania, Salvo Pogliese per aver espresso, nella giornata del 17 giugno 2021, la sua vicinanza alla famiglia Franceschini manifestando pubblicamente la ferma intenzione d’impegno alla risoluzione definitiva del problema attraverso seri provvedimenti.
E’ trascorso poco più di un anno ma NULLA si è mosso e NULLA è cambiato.
Con tono di sconfitta e rabbia, la signora Nunzia dichiara: “Non è stato fatto nulla. In quella strada si continua a correre, ad effettuare inversioni di marcia non consentite, si continua a non rispettare il semaforo pedonale. E’ un susseguirsi di incidenti in barba alla memoria di tutti i poveri cittadini che, come mio marito, ci hanno rimesso la vita. Per l’Amministrazione Comunale la vita non conta niente. E sapete perché? Perché a morire non sono state persone di spicco come consiglieri, deputati, assessori, presidenti o sindaci ma soltanto umili persone, uomini di parola, onesti cittadini. La vita di questi ultimi non vale niente!”.
Non ci resta che fare appello alla giustizia divina, o possiamo ancora sperare in una seria e decisa presa di coscienza che si traduca in un reale impegno da parte delle autorità competenti?
Noi ci crediamo ancora, nonostante tutto ed auspichiamo che non rimanga un grido sordo pure questa volta.