Lun. Mar 27th, 2023
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“Ti à piaciato?”, è il titolo della piéce teatrale che Gaetano Lembo, attore, regista e scrittore romano, porta sulla scena omaggiando la figura di Ettore Petrolini e propone in rassegna “Presenze” al Teatro del Canovaccio di Catania nei giorni 20, 21 e 22 Gennaio 2023. Ancora una volta una tra le selezioni più che azzeccate di spettacoli proposti al pubblico dagli attenti esaminatori Saro Pizzuto e Salvo Musumeci insieme ai loro collaboratori, Giuseppe Calaciura ed Eliana Esposito che, con grande dedizione, passione e sacrificio, portano nel loro piccolo spazio artistico fatto di soli 50 posti; rappresentazioni che richiamano alla memoria pur trattandosi, in certi casi, di rappresentazioni di testi e autori contemporanei e alla evocazione di un tipo di teatro da non dimenticare nella sua naturale ed educativa trasposizione odierna come quello che, con Gaetano Lembo, si rifà a Ettore Petrolini, attore, sceneggiatore e anche musicista dei primi del Novecento e che, nel 1914, pubblicò presso la tipografia G. Bracony di Roma una raccolta di parodie e canzoni proprio dal titolo “Ti à piaciato?”.

Dunque varietà. Ettore Pasquale Antonio Petrolini, Re dell’avanspettacolo e della rivista, il precursore del moderno cabaret, che si ritirò dalle scene nel 1935 per una grave forma di angina pectoris e morì il 29 giugno 1936, a soli cinquantadue anni, è stato anche attore, cabarettista, cantante, drammaturgo, sceneggiatore, compositore e scrittore italiano, specializzato nel genere comico.

Gaetano  Lembo, nato a Roma, attore, regista  e scrittore ma siciliano da parte di padre, si forma a alla Clesis Arte-Scuola di Recitazione diretta da Carlo Merlo, già docente dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma e, in questo lavoro, porta alla ribalta personaggi petroliniani come Nerone, Gastone, Amleto e diverse macchiette, in un itinerario scenico roteante e fatto di innesti e scambi d’abito, interloquendo con Arturo presumibilmente, un tecnico luci, un fonico, un agente o un direttore dei lavori che, nel suo silenzio, gli fa da spalla rievocando seppur marginalmente “Il Bell Arturo”, opera dello stesso Petrolini.

In foto l’attore Gaetano Lembo

Il sipario si apre sulle note del brano “Tanto pe’ cantà” ( musica di Ettore Petrolini – testo di Natale Alberto Simeoni,1932) che tutti conosciamo o di cui abbiamo sentito almeno un accenno, per introdurci in una atmosfera pacata e ordinata, fatta di fiochi puntamenti nelle varie zone evocative delle macchinette, un quasi penombra e in un prevalere di bianco e nero proprio di una pellicola d’altri tempi o di quel “frakke” i cui colori vengono aggiunti dalla sola personalità dell’attore-personaggio, un’ ambientazione di inizio e fine prove, di rimaneggiamenti dei vari sketch quasi a simboleggiare una matrioska da cui sviscerare e tirar fuori sino il più piccolo dei dettagli interpretativi per fare emergere, uno alla volta, esilaranti episodi burleschi e trattative spettacolari da proporre e perfezionare. In quel beffeggiare della società e non della gente, in una satira volta a denunciare aspetti politici, abusi di potere tanto passati quanto attuali, in quell’ ironizzare senza mai risparmio su luoghi, culture e modi di essere, trapela una maschera di sofferenza e quella che era propria del Petrolini. Nella sua interpretazione, l’attore si misura in scena sapientemente e convince fino alla fine, con la sua voce e la sua mimica facciale, dichiarando al pubblico una comicità che può essere per tutti. Un messaggio diretto ed esplicito, per un abbraccio corale che attraverso quel sorriso beffardo o le note di una canzone ci faccia stare meglio, più spensierati e più consapevoli in un atto, comunque, di riverenza alla vita.

In foto l’attore Gaetano Lembo

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