Era una giornata chiara e piena di sole, ieri, verso le 12, a New York, quando un piccolo areo e un elicottero si sono scontrati sopra il fiume Hudson, teatro sette mesi fa di un atterraggio di emergenza, allora andato a buon fine. Questa volta si presume che le 9 persone che erano sui due velivoli, tra cui 5 italiani, siano tutte morte. Almeno questo è anche quello che sostiene il sindaco della città, Michael Bloomberg.
Pare che il piccolo aereo su cui viaggiavano tre persone, tra le quali un bambino, abbia toccato con un’ala l’elicottero, su cui viaggiavano cinque italiani più il pilota. Nello scontro accompagnato da un forte boato, i due velivoli sono caduti nel fiume, in parte disintegrandosi e spargendo i detriti sul fiume e sulla terraferma.
Testimoni oculari hanno visto i due velivoli entrare in collisione, sia dal New Jersey che da New York , nelle due sponde del fiume Hudson.
“Ho sentito uno scoppio molto forte ed ho visto un aereo piccolissimo perdere un’ala” ha detto alla CNN un testimone che si trovava a Manhattan vicino al fiume.
L’aeroplano era un Piper, decollato dall’aeroporto di Teterboro, in New Jersey. L’elicottero apparteneva alla Liberty Tour e si era levato in volo da poco da un eliporto della West Side di Manhattan.
Il sindaco di New York, ha annunciato che sono “state trovate le scatole nere” dei velivoli e che sono stati “localizzati i resti dell’elicottero”.
Pure tre cadaveri sono stati ripescati ieri sera. Le ricerche sono state condotte dai tuffatori della polizia, che hanno cercato i superstiti nelle acque turbolente del fiume.
L’incidente accaduto ieri sull’Hudson è il secondo di quest’anno. A gennaio, un Airbus era stato costretto ad atterrare nel fiume, dopo avere perso entrambi i motori a causa di uno stormo di uccelli, poco dopo essere decollato dall’aeroporto LaGuardia di New York. Allora, tutti i 155 passeggeri si salvararono, grazie alla bravura del pilota e si parlò di “miracolo sull’ Hudson”.