Un’ inchiesta condotta dal giapponese Daisuke Nishimura, giornalista dell’Asahi, ha messo in luce un traffico di giovani donne dalla Corea del nord alla Cina.
Secondo i dati nel 2009 sono entrati in Cina illegalmente, fuggendo dalla Corea del nord, circa 25 – 30 mila nord-coreani in maggioranza giovani donne. Quelle più fortunate trovano ad attenderle un marito in genere anche esso un coreano rifugiato in Cina: per molte altre invece purtroppo si apre la via della prostituzioni nelle città della toccate dal boom economico.
Anche quelle fortunate a trovare un marito hanno pero sempre paura di essere arrestate dalla polizia cinese: la Cina non riconosce i ‘disertori’ nord-coreani come rifugiati e, se scoperti, li rimanda indietro. Questo comporta che, legalmente non vi può essere un matrimonio formale ma solo una convivenza di fatto.
Esiste una piccola ma efficiente organizzazione di intermediazione, costituita da Coreani che recluta le ragazze nelle campagne, le fa attraversare il confine e le fa arrivare a destinazione.
Il costo di ogni donna coreana, è di circa di 6 mila yuan (600 euro): cifra eccessiva secondo le entrate di un cinese medio che guadagna intorno ai 50 o 100 euro al mese.
Il fenomeno va intensificandosi con l’aumento di nord-coreani che riparano in Cina per sfuggire la cronica penuria di cibo e le repressioni del paese. Si calcola che, attualmente in Cina, vivono illegalmente da 300 a 400 mila nord-coreani.
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Da Asianews: donne coreane