Dom. Mar 26th, 2023
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Quest’anno i Riti Settennali dei flagellanti a  Guardia Sanframondi hanno attirato l’attenzione anche del mondo islamico e la maggiore emittente araba, al Jazeera, ha inviato una propria trouppe per riprendere e commentare l’avvenimento. In realtà il rito di Guardia Sanframondi presenta  impressionanti analogie con la festa sciita dell’ Ashura, in ricordo del martirio dell’Iman Huseyn, in cui i fedeli si battono violentemente fino a sanguinare e si feriscono pure con le lame. La differenza principale sta nel fatto che a Guardia i flagellanti sono solo poche centinaia mentre i fedeli che prendono parte all’Ashura si contano a decine di milion., Al Jazeera però non riprende il paragone limitandosi a  commentare la manifestazione cristiana.

Si nota che  la cerimonia è antica di quattro secoli e che essa è una sopravvivenza di analoghe cerimonie che un tempo erano molto comuni in tutto il mondo cristiano  ma che si sono poi andate perdendo. Si ritrovano attualmente solo in qualche nazione lontana come ad esempio le Filippine in occasione del Venerdi Santo.

Si nota quindi  lo sconcerto che essa provoca negli spettatori della manifestazione convenuti qui in gran numero anche da lontano,  in  150 mila, un numero enorme per un paese di appena 5.000 abitanti.

Al Jazeera definisce “fondamentalisti” i fedeli che eseguono il rito: definizione in verità  poco calzante cosi come è errata sostanzialmente  la opinione, che riporta, che si tratti di una eredita di sette ereticali medioevali : la manifestazione infatti nasce nel 600 nel pieno della Controriforma Cattolica e i flagellanti anche nel medioevo non possono affatto identificarsi con le sette ereticali.

Ritiene, ma a nostro parere pure a torto, che le manifestazioni dei passato  fossero ancora molto più violente.

Giustamente,  invece, rileva il fatto che un  rito che, sia pure molto discutibile, è manifestazione  di una fede intensamente vissuta, divenga, nei fatti, un avvenimento che richiama folle di turisti curiosi: della folla enorme dei 150 mila  quasi nessuno, supponiamo, era mosso dalla  fede.

I  Riti Settennali rischiano di diventare una attrazione turistica al pari delle  infinite sagre alimentari ,  delle ricostruzioni storiche più o meno fantasiose che ogni paese si inventa.

A questa obiezione tacita pare voler rispondere Bassolino che intervistato da al Jazera dichiara che comunque il Rito Settennale è un mezzo di identificazione collettiva.

In verità a noi non sembra che il mondo moderno possa identificarsi in riti che ormai destano più che altro curiosità se  non proprio raccapriccio.

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Foto di al Jazeera  dei penitenti

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