Gio. Mar 30th, 2023
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scuola1E’ stato reso noto in questi giorni l’increscioso episodio, avvenuto un mese fa in una scuola media statale di Catanzaro, la cui dirigente ha escluso un alunno affetto da sindrome di Down dalla gita scolastica.

L’episodio genera un immediato rifiuto, una di quelle cose che non si vorrebbe mai leggere perché è inammissibile che una dirigente, dal probabile passato di insegnante, possa decidere di escludere un alunno diversamente abile dalle attività didattiche extra scolastiche.

Per giunta secondo le notizie riportate dalle varie agenzie di stampa, la dirigente in questione ha invitato agli altri alunni ed anche i docenti a non rendere noto al loro compagno le date delle altre gite o visite didattiche, adducendo come giustificazione le limitate capacità di apprendimento dello studente.

Non solo questa donna, questa preside, anche se è difficile, alla luce dei fatti, definirla così, ha violato un preciso articolo della Costituzione Italiana relativo al diritto allo studio ma anche espressamente invitato i suoi alunni a emarginare il compagno, tra l’altro perfettamente integrato nel contesto scolastico, violando le note ministeriali secondo le quali ”le gite rappresentano un’opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l’attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio”, come ha affermato l’avvocato Ida Mendicino, responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l’integrazione scolastica.

La risposta a tale ignoranza e incompetenza è stata sorprendentemente data dagli stessi compagni di classe del ragazzo diversamente abile, che si sono rifiutati di andare in gita se fosse stato impedito al loro compagno di parteciparvi.

Sempre secondo fonti e testimonianze raccolte dalle agenzie di stampa sul luogo il ragazzo era ben voluto e ben integrato tra i compagni e nell’ambito delle attività didattiche, grazie anche all’aiuto delle insegnanti di sostegno.

Alla fine grazie all’intervento dei compagni e alla naturale denuncia sporta dai genitori del ragazzo la gita si è svolta regolarmente con la classe al completo.

Fortunatamente nella gravità dell’episodio l’amarezza per la limitatezza mentale della dirigente riesce ad essere addolcita dal comportamento dei compagni.

Sempre più spesso ascoltiamo, in riferimento a quelli che saranno uomini e donne di domani, ridondanti parole come individualismo, indifferenza, emarginazione, caduta dei valori, scarso senso di solidarietà, eppure in questa scuola, in questa classe, questi ragazzi hanno mostrato al mondo qualcosa di diverso da ciò che si dice.

Un virgulto di speranza dunque o, quanto meno un voler andare al di là di ciò che puntualmente, ogni giorno, ci propinano ostinatamente.

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