Alla fine anche i cosiddetti “responsabili” hanno avuto il loro ministro. Si tratta di Saverio Romano, siciliano (la Lega si è dovuta turare il naso ma sicuramente avrà avuto qualcosa in cambio), democristiano prima, UdC dopo, è stato uno di quei deputati che all’ultimo momento, lo scorso dicembre, hanno votato la fiducia al governo Berlusconi. Ieri la nomina a ministro dell’Agricoltura. Peccato che il presidente Napolitano gli abbia rovinato la festa (era uscito dal Quirinale accompagnato dalla moglie) esprimendo in una nota le riserve sulla nomina di Romano a causa dei suoi procedimenti penali pendenti.
Saverio Romano risulta infatti indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Bruscolini, insomma…
Ieri Napolitano aveva anche auspicato che “gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l’effettiva posizione del ministro”.
La stessa cosa che si auspicano anche gli italiani, i quali al contempo si stanno chiedendo se non fosse stato più corretto nominare ministro un politico senza procedimenti penali in corso.
A meno che essere accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione non sia un titolo di merito.