Un titolo che lascia presagire, come minimo, un libro erotico ma il sottotitolo mette subito in chiaro di cosa parlerà, invece, questo testo da poco pubblicato dalla casa editrice nissena Elettra: Aleksandr Nikolaevic Skrjabin, un grande musicista russo vissuto a cavallo tra il 19° e il 20° secolo, tra il 1872 e il 1915, pioniere, appunto, insieme al pittore Kandisky e al “collega” Rimskij-Korsakov, della “seduzione dei sensi” ossia il progetto di unione tra tutte le arti.
Autore di quest’opera di approfondimento su questo musicista forse non molto conosciuto dai non addetti ai lavori è Massimiliano Vetri, un giovane pianista, compositore e produttore musicale che ha voluto mettere in luce gli aspetti biografici ed estetico-stilistici di Skrjabin.
Dobbiamo subito premettere che è un libro per “addetti ai lavori” quindi un’opera di nicchia per coloro che conoscono la musica classica nel suo linguaggio più specifico ma può interessare anche coloro che amano la filosofia e le arti in genere.
I primi due capitoli sono dedicati alla biografia e alla personalità dell’autore, segue poi la parte dedicata all’estetica nella quale vengono prese in esame le idee e i riferimenti alle correnti filosofiche e mistiche proprie del pensiero del compositore; ne viene analizzato lo stile con particolare riferimento all’analisi armonica e melodica (è questa la parte più ostica per chi non conosce i fondamenti del linguaggio musicale).
Un capitolo a parte è dedicato al “Prometeo – poema del fuoco op. 60” in relazione alla sinestesia, la percezione simultanea, tra colori e suoni: è il primo esempio nella storia di uno spartito che contiene indicazioni sulle luci. “…Tra pittura e musica esistono delle analogie recondite che suscitano in noi emozioni analoghe in quanto l’una e l’altra hanno la stessa natura di fenomeni vibratori: è proprio l’energia che posseggono che provoca l’emozione.”
Concludiamo con una citazione di Kandisky: “presta le tue orecchie alla musica, apri i tuoi occhi alla pittura e…smetti di pensare! Chiedi solamente se lo sforzo ti ha permesso di passeggiare all’interno di un mondo fin qui sconosciuto. Se la risposta è sì, che cosa vuoi di più?”