Un celebre testo inglese, di J. B Priestley, messo in scena per la prima volta nel 1945 e interpretato innumerevoli volte da quel giorno, un thriller psicologico assolutamente originale, un interrogatorio che dura un’intera notte e che dà vita a una serie di colpi di scena e di reazioni a catena inimmaginabili perché la famiglia Birling, appartenente all’alta società borghese, si trova, durante la festa per celebrare il fidanzamento della figlia, a fronteggiare le domande di un ispettore che bussa alla loro porta all’improvviso per parlare della morte violenta di una giovane donna, “è una sarabanda surreale e velenosa che non conosce sosta e che ha termine alle prime luci dell’alba cambiando ogni volta il nome del responsabile” (dal foglio di sala).
Ognuno/a di loro, durante la notte, in un disvelarsi epifanico molto joyciano, sull’incalzare delle domande dell’ispettore, si trova a fronteggiare i propri scheletri nell’armadio e a scaricare le proprie responsabilità, i propri comportamenti ipocriti ma solo Sheila ed Eric proveranno a riflettere su quanto è accaduto e sulle proprie colpe; Arthur, Sybil e Gerald, invece, continueranno a indossare le maschere della loro ipocrisia.
Il regista Paolo Santangelo è riuscito, ancora una volta, a creare uno spettacolo coinvolgente e dal ritmo mozzafiato grazie alla splendida bravura del cast da lui diretto. Ancora applausi e complimenti sinceri ai/lle formidabili protagonisti/e: Mario Salvaderi nel ruolo di Arthur Berling, il capofamiglia, Marco Contè in quello dell’ispettore, Eleonora Cappelletti che è Sheila, la figlia, Vanni Monsacchi il figlio Eric, Patrizia Ficini, la signora Birling e Alessio Alloi il fidanzato Gerald.
Si replica oggi pomeriggio e nel prossimo fine settimana, non perdetevelo!