
Grandissimi applausi per “Freeze”, spettacolo d’improvvisazione teatrale, dal 22 al 24 marzo al Teatro del Canovaccio di Catania.
Diceva Carl Reiner: “Improvvisare è come scrivere di fronte al pubblico”. Gli attori diventano autori con l’aiuto di un pubblico “complice” che assiste, divertito, al “parto” di un copione scritto, in divenire, dalle fervide menti degli attori in scena.
Un’idea esaltante, che incuriosisce, che stupisce; assistere ad uno spettacolo d’improvvisazione teatrale è un’esperienza unica perché si viene coinvolti in quel vortice di estemporaneità e di vis comica che gli attori in scena, con maestria, riescono a sprigionare con grande abilità e destrezza.
Abbiamo notizie dell’improvvisazione al tempo di Aristofane nella commedia e nel teatro popolare poi estremizzata da Plauto e dall’Istrione; fu fondamento della Commedia dell’Arte. Si basa sul lavoro di gruppo, la comunicabilità, la creatività, la complicità, la particolare capacità di correre dei rischi, l’adattamento agli imprevisti e la rapidità di prendere decisioni. Questa tecnica fu utilizzata anche nell’avanspettacolo (Petrolini, Totò, Macario e Dapporto). Tutt’oggi l’improvvisazione teatrale nel mondo subisce sviluppi e sperimentazioni: prova di ciò sono i molteplici diversi format e gruppi che nascono, si diffondono e si confrontano creando interessanti scambi interculturali.

Dei cestini colorati contengono piccoli pezzi di carta con su scritto nomi, emozioni, luoghi, frasi, titoli, pregi e difetti, cose: è il pubblico a scriverli prima di assistere allo spettacolo e con l’estrazione a sorte di questi, gli attori improntano la loro improvvisazione. Tantissime risate, alcuni “freeze” (congelare, quindi fermare) messi a disposizione del pubblico che bloccano momentaneamente lo spettacolo per aggiungere nuovi “imput” pescati dai cestini , che servono a dare nuova vitalità e nuove idee.
Grande padronanza emotiva, tanto affiatamento, tanta fantasia: bisogna fidarsi ed affidarsi ai compagni di scena; ne escono trovate esilaranti, siparietti inaspettati molto graditi e partecipati.
La grande bravura dei quattro attori di “Improvvisazione a Delinquere”, la padronanza, la competenza, la destrezza, producono un lavoro teatrale lodevole ed unico: Carmela Buffa Calleo, Eliana Esposito, Raffaella Esposito e Peppe Tringali sono eccellenti “genitori” di uno spettacolo originale ed unico, unico poiché irripetibile.
Allora avremo un “Mario Grazio” timido patologico, dinoccolato che soffre di emorroidi ed ha una fidanzata che si perde continuamente e nessuno la cerca, fissata con la clava e tossicodipendente. E ancora incontreremo una “spacciatrice” catanesissima (‘mbare!) e tirchia, un ginecologo di Timbuktu che aiuta a partorire una donna, a ritmi tribali, che metterà al mondo una bambina di nome “Vercingetorgia”.
L’improvvisazione viene conclusa sempre da una frase specifica, estratta a sorte prima dello spettacolo (per esempio: “Spero che le lasagne non se le mangino al botteghino”).
Se nella vita imparassimo ad improvvisare, sicuramente sarebbe meno impegnativa e molto più allegra, ci permetterebbe di viverla con leggerezza, che non è superficialità ma capacità di affrontare gli eventi con più consapevolezza e senza ingrandirli.
“Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita”.
(Pino Caruso)
Disegno sulla locandina di Alvalenti

Con attori ed attrici di questo calibro l’improvvisazione diventa un gioco esilarante e semplice.