La guerra in Ucraina ha aperto sfondi da Guerra Fredda: sembra quasi che si rinnovi lo scontro che per 40 anni a ha visto la contrapposizione a livello mondiale fra un mondo comunista guidato dalla Russia e un mondo capitalista (libero, se preferite) guidato dagli USA che si è combattuta in tutto il mondo con milioni di morti (la guerra non fu fredda dovunque).
C’è chi vede nella guerra in Ucraina una minaccia della Russia a tutto l’Occidente e chi, al contrario, una minaccia americana alla Russia per cui in fondo gli aggressori stranamente non sarebbero i Russi quanto gli americani.
A noi sembra che né l’una nel l’altra interpretazione abbiano una qualche base nella realtà e, a ben vedere, motivi veri di uno scontro epocale non sembrano affatto sussistere.
Vediamo la minaccia Russa.
C’è chi pensa che la Russia, se non sarà fermata in Ucraina, continuerà l’aggressione anche contro l‘Europa, si proietta su ogni compromesso, ora possibile, l’ombra di quell’accordo di Monaco che, mostrando la debolezza dell’Occidente, incoraggiò la Germania nazista a scatenare in seguito la II Guerra Mondiale (ammesso che poi sia storicamente vero).
Ma niente può far pensare che la Russia possa mai uscire dai confini che furono della ex URSS per aggredire l‘Europa. Innanzitutto non ne ha assolutamente la forza militare come appare del tutto evidente dalla difficolta che incontra nella attuale campagna militare.
Soprattutto non si vede poi perché mai dovrebbe imbarcarsi in una cosa del genere. Bisognerebbe vedere la guerra come uno scontro fra libertà e dittatura come ai tempi del comunismo. Ma la situazione è del tutto diversa: il comunismo era qualcosa che per sua intima natura doveva espandersi in tutto il mondo, non era concepibile solo in alcuni paesi, se non in linea provvisoria: capitalismo o comunismo in tutto il mondo, questa era la questione.
Ma attualmente la Russia (o la Cina o l’Egitto o la Turchia) o Putin o nessun altro dittatore al mondo pensa di soffocare la democrazia nei paesi occidentali: non pensano nemmeno lontanamente di potervi imporre dittature o democrazie autoritarie: sarebbe una evidente sciocchezza.
Siano noi occidentali che vogliamo che la democrazia, i diritti umani, la parità dei sessi, i diritti degli omosessuali cioè che il nostro modo di pensare si affermi in tutto il mondo perché pensiamo che noi siamo la civiltà superiore che deve diffondersi nel mondo. Nel resto del mondo ci si accontenta di mantenere i propri principi di vita.
D’altra parte non è che l’Occidente entri in conflitto con ogni e qualunque dittatura, o paese illiberale. Anzi volendoci affrancare dal gas russo ci rivolgiamo a paesi del Medio Oriente e dell‘Africa che certo non sono più liberali della Russia.
Il conflitto Russia-Ucraina non può considerarsi uno scontro fra democrazia piena e democrazia autoritaria. Né gli Ucraini né i Russi lo considerano tale.
Nell’anniversario del 25 aprile si è cercato di assimilare la lotta degli Ucraini a quella partigiana con diverse sfumature politiche. Ma la lotta partigiana era guerra contro il nazi-fascismo, era combattuta non contro i tedeschi in quanto tali ma perché nazisti che a loro volta erano appoggiati dagli italiani fascisti. Era lotta fra sistemi di governo, che qui invece c’entrano ben poco.
Non è nemmeno poi tanto vero che ci sia una piena democrazia in Ucraina. Le classi dirigenti sono estremamente corrotte, le elezioni poco attendibili. Ci fu la Rivoluzione Arancione per abbattere il governo legale, poi nuove discusse elezioni e i nuovi governanti litigarono fra di loro: l’anima della rivoluzione, Julija Tymošenko, (che per caso conobbi direttamente senza sapere chi fosse) fu addirittura incarcerata con accuse ridicole. Poi nel 2014 altri scontri sanguinosi a Maidan (piazza) di Kiev con caduta del presidente eletto (ora tenuto in riserva dai Russi), nuove elezioni con presidente che si comportò malissimo e alla fine nel 2019 fu eletto un attore, Zelenki solo perché era del tutto fuori dal mondo politico (una specie di Grillo ucraino).
Se la guerra russo ucraina non può essere vista come un conflitto fra dittatura e democrazia come se fosse una riedizione del conflitto comunismo-liberismo nemmeno pare abbia qualche fondamento la teoria opposta di una aggressione USA alla Russia.
Mi pare un’idea strana pensare che il conflitto attuale sia colpa dei soliti americani. In realtà l’Ucraina dal 2005 sta chiedendo e cercando di entrare in Europa e quindi nella sfera occidentale ed è sempre stata respinta. Magari al limite potremmo dire che è colpa degli Occidentali perché se la avessero accolta non ci sarebbe stata l’invasione attuale, non il contrario.
È vecchio ritornello dell’anti americanesimo che le colpe sono sempre degli americani: poiché il male viene sempre e comunque da quei cattivoni degli americani, allora la ragione non può essere che del loro avversario, in questa occasione di Putin.
In realtà la Rivoluzione Arancione non fu un colpo di stato ordito dagli americani (alla Pinochet) ma una rivolta spontanea di folla che si riversarono sulla piazza (Maidan) di Kiev per cacciare i dirigenti filo russi nella speranza di entrare in quella Europa nella quale i loro migranti avevano trovato tanto benessere. Solo in seguito la nuova dirigenza fu poi eletta democraticamente. Tuttavia l’Occidente non ha mai voluto l’Ucraina nella UE e tanto meno nella NATO.
Io ho sempre detto agli amici ucraini che il loro era un sogno che non si sarebbe avverato perché gli occidentali non li avrebbero accolti, come infatti è avvenuto negli ultimi 6 anni e sono restati soli contro i Russi.
In Occidente mi pare che gli unici che esprimono un appoggio a Putin siano invece i residui dell’anti-amricanesimo del secolo scorso: ma nel resto del mondo questa teoria è maggioritaria.
Io non credo molto alla faccenda di missili. Già la Estonia a pochi km di Pietroburgo e nella NATO, Polonia e Turchia sono ai confini russi, sommergibili nucleari sono dappertutto: non credo affatto che poi farebbe grande differenza se fossero schierati anche in Ucraina: nessuno pensa seriamente a una guerra nucleare. Il problema mi pare invece che Ucraina e Russia siano culturalmente etnicamente molto vicine, fanno parte della stesso mondo per cui una occidentalizzazione dell’Ucraina potrebbe estendersi anche alla Russia. Secondo me sarebbe un bene per la Russia ma Putin è di diverso parere.
Gli ucraini sono da secoli considerati russi a prescindere da qualche rigurgito autonomista. Dopo la caduta del comunismo invece si sono considerati nazione a parte, distinta da quella russa: è una scelta che hanno fatto.
L’aggressione sovietica ha sancito, rafforzato, direi ingigantita questa scelta che pare essere riversata anche sugli abitanti russofoni dell’Ucraina.
A me pare allora che sia un conflitto che nasce dall’esplodere dei nazionalismi, pericolo estremo che può estendersi a tutta la ex URSS come avvenuto in Serbia con conseguenze catastrofiche.
La sconsiderata mossa di Putin ha poi sollevato tutta la opinione pubblica occidentale. Non si tratta di un condizionamento dei mass media al servizio dei solito complotto americano.
È una strana idea che se tutti sono favorevoli a un qualcosa ciò dipende dal fatto che sono tutti succubi di qualcosa altro E come dire che se tutti vogliono il benessere allora dipende dal condizionamento del potere o delle multi nazionali
In tutto l’Occidente l’opinione pubblica è massicciamente pro ucraina il che non significa che abbia ragione. Solo pochi sono favorevoli a Putin il che non significa che hanno torto. Sta di fatto che i governi democratici appoggiando l’Ucraina seguono la opinione quasi unanime degli elettori: che abbiano torto o ragione è altro problema.
Diciamo che il governo americano secondo la tradizione propria del partito democratico tende a porsi come paladina dei diritti, in questo caso della Ucraina, ha già una rivalità in Medio Oriente in cui i Russi un po’ dappertutto tendono a soppiantare l’influenza USA. Soprattutto hanno poco da temere sul lato economico.
I governi europei invece molto più realistici seguono con poco entusiasmo la linea oltranzista degli USA per i contraccolpi economici e politici dello scontro con i russi. Appaiono allora più guardinghi ed esitanti ma tuttavia seguono il più potente alleato e le rispettive opinioni pubbliche perché poi ci sono le elezioni.