Mer. Mar 22nd, 2023
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In Georgia vi sono dimostrazioni oceaniche che chiedono in ultima analisi l’ingresso nella UE, una vicenda che ricorda sostanzialmente ciò che accadde in Ucraina con le dimostrazioni a Maidan del 2014, origine dell’attuale sanguinosa e inarrestabile guerra che sta desolando quel paese. In questo articolo cerchiamo di individuare quali possano essere le basi per una tali richiesta.

Un breve excursus storico è necessario. La Georgia è un paese del Caucaso, uno dei primi della predicazione evangelica che viene fatta risalire all’Apostolo Andrea e che portò alla affermazione del cristianesimo come religione ufficiale più o meno negli stessi anni che in Armenia e dell’editto di Costantino.

In seguito il cristianesimo, con chiesa orientale autocefala, costituì la base principale dell’identificazione nazionale che è rimasta fortissima fino ai nostri giorni anche se inglobati in altri stati (Turchia, Persia e infine Russia). Alla dissoluzione dell’URSS la Georgia proclamò la propria indipendenza. Come in tutti gli stati nati da quella dissoluzione vi sono minoranze più o meno consistenti di altri popoli che facevano parte dello stesso stato, prima impero russo e poi Unione Sovietica. Nel 2004 vi fu quella che venne chiamata la rivoluzione delle rose (come altre rivoluzioni colorate) che spostò l’asse politico da una orientamento filo russo a un avvicinamento verso l’Occidente

Nel 2008 una parte del territorio, abitata anche da osseti, popolo del Causaso, entrò in rivolta rivendicando una propria autonomia e orientata verso la Russia nella cui federazione facevano i propri connazionali. Forse russe arrivarono prima come forza di pace ma in seguito appoggiarono le rivendicazioni secessioniste. Si arrivò quindi a una breve guerra. I georgiani si aspettavano l’aiuto dell’Occidente che però non venne. L’Occidente non volle impegnarsi in uno scontro diretto con la Russia dagli esiti imprevedibili. Così la Ossezia del sud si staccò dalla Georgia proclamandosi indipendente, non riconosciuta però a livello internazionale e nei fatti possiamo dire che ormai fa parte della Russia come la Ossezia del nord.

I governi successivi duella Georgia hanno cercato di ricucire come meglio potevano con la potente vicina Russia e in questa prospettiva hanno adottato una legge già vigente in Russia per cui le organizzazioni che ricevono fondi dall’estero superiore al 20% debbono dichiararlo e considerate quindi nei fatti organizzazioni non nazionali.

In linea teorica sarebbe anche opportuno fare chiarezza sui finanziamenti di un’organizzazione ma questa norma è stato usata in Russia per screditare e combattere quelle che hanno l’appoggio finanziario oltre che morale dell’Occidente
Il problema a monte è che noi occidentali siamo convinti che la nostra civiltà, il nostro modo di vivere sia quello giusto e buono e quindi sosteniamo tutti quei movimenti che in qualche modo si ispirano ai nostri modelli, dalla democrazia ai diritti LBGT. I cinesi invece non ritengono che gli altri popoli debbano abbracciare i modelli della loro modello di “società armoniosa” anzi ritengono che non ne sarebbero nemmeno capaci.

Per quanto riguarda le dimostrazioni nella democrazia il governo viene scelto dagli elettori in libere elezioni non dalle piazze in dimostrazioni violente che sono la negazione della democrazia. Noi non sappiamo se i dimostranti rappresentano una minoranza o la maggioranza degli elettori.
Cosi in Iran noi diciamo che il popolo è contro il regime ma non abbiamo modo di sapere quanta parte degli elettori rappresentino veramente.
Nel ‘68 in Italia sembrava che la Contestazione rappresentasse la quasi totalità degli italiani ma alle urne quelle forze non riuscivano nemmeno a entrare in parlamento.

La richiesta di entrare nella UE nasce dal fatto che i Georgiani in realtà vorrebbero avere il benessere occidentale ma non condividono quella mentalità occidentale che sta alla base di quel benessere: restano un popolo del medio oriente non dell’Europa.
Non è che sono in contrasto solo con i Russi ma un po’ con tutti i vicini: gli osseti, gli abcasi, armeni azeri ecc ecc. C’è un problema di acceso nazionalismo che per fortuna l’Europa pare aver superato da due generazioni.

In realtà è molto difficile definire cosa sia l’Occidente cosi come è difficile dire cosa sia la nazione Francia o Italia (non gli stati): tutto è in tutto. Potremmo dire che l’Occidente è la civiltà latino germanica, quella che ha creato la scienza moderna ecc. ma sono sempre concetti storici molto complessi e opinabili pure.

Noi siamo molto diversi dai nostri avi, quelli che bruciavano le streghe, delle guerre religiose del 600, e anche di quelli dei nostri nonni o genitori, dei nazionalismi esasperati, dello shoa, e anche delle spose vergini, dell’egemonia culturale marxista.
Certo, si può ricercare nella storia arrivando fino ai romani le origini e i motivi di come siamo oggi ma quello che conta è come siamo oggi.
Ad esempio, il nostro mondo ha basi cristiane indubbiamente ma ormai i cristiani sono solo una minoranza.

Il mondo cambia continuamente, a volte lentamente a volte tumultuosamente. Il problema è come sono ORA gli Occidentali, gli europei non come erano secoli o millenni fa.

Per un’eventuale ammissione della Georgia in UE dobbiamo quindi considerare l’Europa hic et nunc, diciamo degli ultimi 70 anni.
Ora l’Occidente e la UE è un insieme di nazioni che hanno un buon livello economico, che hanno democrazia consolidate, sensibilità per i diritti personali (diciamo così, ad esempio parità dei sessi) che non hanno conflitti etnici in corso. Inoltre formano un blocco di alleanze e hanno economie fortemente interdipendenti.
Non mi pare che questi requisiti siano della Georgia (nemmeno dell’Ucraina in verità) non vedo una pretesa occidentalizzazione della Georgia.

Se vediamo anche il PIL pro capite, per la Georgia è $. 10,700 inferiore a quello ad esempio della Tunisia ($.11,900) e dello Sri Lanka ($. 12,900). Non si vede come l’economia della Georgia possa reggere alle norme di paesi tanto più ricchi quando anche noi Italiani stentiamo e tanto ad adeguarci. D’altra parte l’economia georgiana non ha rapporti consistenti con quella europea.

La democrazia in Georgia è qualcosa di nuovo che non ha mai conosciuto nella sua millenaria storia fino a pochi anni: resta abbastanza incerta se all’esito del voto, come abbiamo visto si contrappone la pressione violenta delle piazze.

Non si vede nemmeno lontanamente poi una sensibilità ai diritti personali paragonabile a quella europea. Ma forse il punto più importante è che esistono delle tensioni etniche escluse invece in tutti gli stati europei. La donna Nana Malashkia che sventolando la bandiera UE ne è diventata quasi il simbolo, l’icona unificatrice ad esempio, proviene dalla Ossezia del sud e spera che aderendo alla UE la Georgia possa ancora riconquistarla: niente di più lontano dallo spirito europeo i contrasti interetnici.

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