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Stefano Tacconi, la subdola malattia si è insinuata nella sua vita: il racconto della scoperta è agghiacciante

Stefano Tacconi serio
L’ex portiere Stefano Tacconi – Fonte Ansa – Italianotizie.it

Campione nello sport e nella vita: il racconto dell’ex portiere è davvero toccante. Ecco come ha scoperto la malattia.

Uno degli atleti che ha fatto sognare il mondo del calcio italiano: Stefano Tacconi è l’ex portiere della Juventus e poi della nazionale, ruolo ricoperto dal 1983 al 1992. Ha messo un punto alla carriera agonistica quando ha preso il diploma di cuoco, diventando così un imprenditore nell’ambito della ristorazione.

Eppure da qualche anno sta sta lottando contro una terribile malattia che gli ha portato via l’autonomia. Ha raccontato i dettagli della sua battaglia durante una toccante intervista negli studi di Verissimo. La vita gli ha dato una seconda possibilità, e lui ha tutte le intenzioni di non sprecare questa opportunità.

Stefano ha spiegato quali sono stati i primi sintomi che inizialmente non lo hanno allarmato: “Da un paio di giorni mi sentivo molto stanco perché avevo guidato da solo per più di tremila chilometri, avevo mal di testa e dovevo aspettarmi che qualcosa non andasse bene, ma non pensavo fosse una cosa del genere“.

Quel giorno fortunatamente era insieme al suo “angelo custode”, ovvero suo figlio Andrea, il quale ha chiamato immediatamente i soccorsi. “Quella mattina papà era pallido ma pensavo fosse un semplice mal di testa. Scesi dalla macchina è subito caduto e l’ ho preso al volo. Aveva le convulsioni e l’ho girato su un fianco per farlo respirare bene, quindi ho chiamato subito i soccorsi che per fortuna sono arrivati in 5 minuti. In questi casi il tempismo è tutto“, ha raccontato il ragazzo.

La vittoria dopo la riabilitazione

Quel 23 aprile 2022 sarà un giorno che nessuno potrà dimenticare. Andrea è stato colui che ha seguito il percorso del padre durante i giorni di riabilitazione dopo il ricovero all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. E’ stato lui ad aggiornare tutti i followers del padre, soprattutto quando hanno lasciato la clinica: “Ha vinto! Abbiamo vinto! Torniamo a casa, questa volta tutti insieme“.

La famiglia è stata la sua forza. Sua moglie Laura non l’ha mai abbandonato, neanche nei momenti più difficili. “La cosa più complicata è stata la riabilitazione. Nonostante sia stato un atleta non entravo in palestra da 25 anni e ho faticato tantissimo: ho dovuto ricominciare tutto da capo, a camminare e a parlare“. E’ consapevole di aver avuto una seconda possibilità non indifferente.

 

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La malattia ha un nome

Nonostante sia sato un atleta per tanti anni, nulla l’ha potuto salvare dall’aneurisma e dall’emorragia celebrale. Tacconi stesso ha confessato: “Pensavo di essere immortale. Invece dietro l’angolo c’è sempre qualcosa di inaspettato. Per fortuna, in macchina con me c’era mio figlio Andrea. Come è cambiata la mia vita? In casa non mi fanno toccare il vino e non mi fanno fumare. Se ci provo mi danno delle sberle, ma a loro dico di stare attenti alle vene della mia testa“.

Ora la situazione sembra essere sotto controllo, ma l’emorragia potrebbe ripresentarsi: “Mi dicono che devo stare attento perché può tornare l’emorragia, ed è quello che mi fa un po’ più paura: non sto mai fermo. Mi sono perso un po’ di cose in questo periodo, come il matrimonio di mia nipote e il diciottesimo di mia figlia. Però, almeno, mi hanno visto vivere ed è la cosa più importante“.